La notte dei licei, in mostra Romagnosi e Maria Luigia

Carla Giazzi

C’era chi recitava versi di Saffo, Catullo, Dante, chi vestiva i panni di Desdemona o Iago, chi, salendo in piedi sui banchi come gli studenti del film «L’attimo fuggente», arringava i presenti. Venerdì è stata «Notte nazionale del liceo classico», per la prima volta, anche al Romagnosi.

La scuola di viale Maria Luigia ha aperto così le porte per far entrare la città e gli allievi hanno avuto la possibilità di «far toccare con mano a famiglie e amici quello che fanno dentro le mura», come ha anticipato il preside Guido Campanini alle tantissime persone che affollavano l’atrio. Sono state accolte dai ragazzi del coro e dal maestro Leonardo Morini con l’inno del liceo, «Il futuro del passato», che nel titolo racchiude il senso della serata: riaffermare i valori della cultura classica. La «notte bianca» era alla sua seconda edizione nazionale; nata da un’idea del “Gulli e Pennisi” di Acireale, ha coinvolto oltre 230 licei in tutta Italia.

E’ stato un susseguirsi di letture drammatizzate, lezioni delle varie discipline, rappresentazioni teatrali, scoperta dei tesori nascosti della scuola, premiazioni degli studenti eccellenti all’ultimo esame di maturità. Al successo della serata hanno contribuito tutti, dal dirigente scolastico ai docenti al personale ausiliario, con la regia della docente Elena Colla, ma i protagonisti sono stati gli studenti, che hanno animato performance e lezioni. Con un entusiasmo segno di una passione grande per il pensiero profondo al quale si stanno avvicinando e che, per la vicesindaco Nicoletta Paci, intervenuta a inizio serata, «darà alla scuola la capacità di rilanciarsi». «Chi legge non si fa domare», recitava un cartellone alle pareti di un’aula. La possibilità di accedere al sapere umanistico genera persone libere e indipendenti, è stato il messaggio degli studenti di II e III B e di II F con la loro professoressa Olivia Zecca. Lo hanno raccontato partendo dal Catone del Purgatorio di Dante, passando da Galilei e dai cori Gospel, per arrivare a Pasolini, a Gomorra di Saviano fino al Rebel Waltz”dei Clash. Questa «danza» del classico nel moderno è stato un altro fil rouge della serata. L’attualità dei greci e dei latini, il loro continuare a parlare alle nostre sensibilità, è emersa dai ragazzi di II F e dalla loro docente Elissa Piccinini: l’amore, da Saffo a Catullo a Dante a Quasimodo, ha la stessa inesorabilità e le stesse parole, che attraversano il tempo e possono essere rilette ogni volta in modo nuovo. Contaminazione anche nella performance «Se tu avessi parlato, Desdemona», interpretata, per la regia di Franca Tragni, dal gruppo teatrale del liceo seguito dalla docente Giovanna Bertani, dove il monologo di Desdemona di Christine Brückner si confonde nel finale con l’“Otello” shakespeariano, Infine, la lettura teatrale del «Diario della mano destra di Bruto» di Luigi Malerba per i ragazzi di III F, accompagnati dall’insegnante Annalisa Chini.

E al Maria Luigia il convitto si affolla

Margherita Portelli

Il fascino della scuola quando fuori è buio, il naturale chiasso dei corridoi che si mescola a dissertazioni filosofiche in parrucca, il via vai concitato come poco prima di un ballo o di una festa.

Venerdì sera, anche il convitto «Maria Luigia» ha aperto le porte alla città per la sua prima edizione di «Una classica notte al liceo», un’iniziativa che ha coinvolto oltre 230 licei classici in tutta Italia, voluta dall’associazione italiana di cultura classica. Basta poco a mostrare i risvolti appassionanti, e spesso divertenti, del sapere: basta, ad esempio, vestire i panni di Eschilo e mettersi a chiacchierare con Giacomo Leopardi e Mary Shelley sull’indole dell’uomo.

Oppure inscenare un salotto metatemporale, in cui Diderot discute con Marx e Morelly. Le numerosissime esibizioni che nel corso di tutta la serata hanno animato aule e corridoi, sono state interamente pensate e realizzate dai ragazzi del liceo classico del Maria Luigia, con il supporto dei compagni dell’indirizzo europeo e scientifico, proprio con l’intenzione di tutelare e rilanciare la meraviglia della cultura classica, sfatando ogni sorta di pregiudizio.

E così, mentre amici, genitori degli alunni, ma anche sconosciuti e curiosi affollavano gli spazi del convitto, ogni ragazzo dava il meglio di sè: sulle scale una violinista (e non una qualunque, ma il promettente «archetto» Emma Parmigiani) dava il benvenuto a chi entrava, mentre poco oltre pianista e ballerina classica incantavano occhi e orecchi. Filosofia, letteratura e storia si facevano largo negli ambienti della scuola sotto forma di sketch, spettacoli e addirittura ricette di stampo medievale. «La Locandiera» di Goldoni, completamente rielaborata in versione 2.0 incuriosiva, così come pure la battaglia culturale di freestyle.

«Una rilettura del mondo classico dai ragazzi che vivono l’oggi, il presente – ha commentato Andrea Bersellini, docente che insieme ad altri insegnanti del liceo ha coordinato il grosso lavoro di preparazione della serata -. Ogni studente ha voluto dare il suo contributo, mettendo a disposizione le proprie conoscenze e abilità: ci siamo ritrovati per le prove anche durante le vacanze di Natale, a Sant’Ilario, al sabato. È un evento che ciascun ragazzo avverte come proprio». Il messaggio da trasmettere è uno: classico è bello. «La cultura classica muore nel momento in cui rimane ancorata unicamente al passato – continua il docente -. Qui i ragazzi dimostrano quanto in realtà questo tipo di sapere possa essere attualizzato per legarsi profondamente ai tempi che viviamo oggi giorno». E così capita di passare in un minuto dalle note de «Le Nozze di Figaro» alla melodia di un brano di Adele, mentre una bella ragazza che veste i panni di Tommaso Moro si prepara a entrare in scena. Tutto normale: una classica notte al liceo.