«Noi, diplomati al Collegio europeo»

Francesco Bandini

Sono venuti da ogni angolo del vecchio continente e del mondo per immergersi negli studi europei e per farlo hanno scelto Parma e il Collegio europeo, un'istituzione prestigiosa dove hanno conseguito il Dase, ovvero il diploma e master in alti studi europei. Ieri erano 19 i ragazzi che hanno ricevuto l'ambito titolo: dieci di loro erano italiani (e fra questi un paio di parmigiani), gli altri venivano da Albania, Macedonia, Serbia, Paraguay e Argentina. In tutti c'è la voglia di dedicare la propria vita alla causa dell'Europa: sono «nativi comunitari», nel senso che per loro la Cee prima e l'Ue dopo sono realtà ovvie, che quando sono nati esistevano già. In loro, però, in più c'è la voglia di dare il proprio contributo alla vita europea da una posizione di addetti ai lavori, grazie anche alle competenze acquisite al Collegio europeo di Parma.

È così, ad esempio, per la parmigiana Giulia Cozzolino, 26 anni, una laurea in giurisprudenza in tasca e un esame da avvocato in calendario a dicembre, ma che la toga non intende indossarla: «Vorrei poter arrivare a lavorare per la Direzione generale della Commissione europea che si occupa di cooperazione e sviluppo, o comunque di fondi europei, anche in ambito privato». In questo progetto di vita, il Collegio europeo, spiega, ha avuto un ruolo essenziale: «Mi ha permesso di affrontare in modo sistematico tutti gli aspetti delle politiche dell'Ue e di capire che se si vuole uscire dal percorso classico la sola laurea non basta, c'è bisogno di sapere le lingue (varie lingue oltre all'inglese, che è ormai dato per scontato) e mettersi in gioco facendo master ed esperienze all'estero».

Anche Laura Varisco, 23enne milanese laureata in lingue, si è appassionata all'Europa fin dall'università. Alle spalle ha un Erasmus a Bruxelles e uno stage a Parigi in uno studio di consulenza sui finanziamenti europei. Le opportunità, dopo l'esperienza del Collegio europeo, cominciano per lei già a manifestarsi: «Mercoledì avrò un colloquio a Milano in uno studio di consulenza e a settembre tornerò a Parigi». Quello che vuole fare nella vita è «l'europrogettista», ovvero quella figura professionale che si occupa della predisposizione di progetti finalizzati all'ottenimento di finanziamenti comunitari. Il Collegio europeo? «Mi ha dato una conoscenza veramente approfondita delle tematiche europee, in un modo che definirei “a tu per tu”, perché i docenti sono tutti professionisti dell'Europa o addirittura ex commissari europei oppure ex o attuali esponenti delle istituzioni europee». Parma? «Mi è piaciuta tantissimo, l'ho trovata vivibile e accogliente, l'ideale per studiare».

E poi c'è Ornela Bela, 28enne dell'Albania, un Paese candidato a entrare nell'Unione. E proprio per questo lei si è dedicata agli studi europei: «Vorrei poter un giorno lavorare per il mio Paese nell'ambito delle istituzioni europee. Per questo sono venuta a Parma, per poter avere un'esperienza di studio in un Paese comunitario e acquisire quelle conoscenze di cui c'è bisogno in Albania, dove c'è necessità di professionisti che conoscano i meccanismi europei». Parma l'ha conquistata: «È bellissima e devo dire la verità: dopo che ho finito l'anno al Collegio, la vostra città mi è mancata».