Parma da 10 e lode

Paolo Grossi

Missione compiuta. Il Parma ha centrato la vittoria che poteva chiudere in anticipo il campionato portandosi a dieci punti di vantaggio sugli avversari di ieri. Lo ha fatto con una partita concreta: poche concessioni allo spettacolo e chirurgica precisione in avanti nel primo tempo, sofferenza e un po’ di confusione nella ripresa.

Alla fine Apolloni aveva scelto di far tesoro del recupero di Benassi per schierare, proprio come a Rovigo in casa del Delta, quattro stopper in terza linea. Concretezza prima di tutto insomma, anche perché in quell’occasione la partita finì in gloria. Capitan Lucarelli va in campo dopo essersi fatto infiltrare l’alluce malconcio. Benassi in campo vuol dire che bisogna far spazio a un Under e allora fuori Miglietta e dentro Simonetti a fianco di Giorgino in mediana. Vicentini nella formazione preannunciata, la stessa che domenica scorsa aveva rifilato 4 gol alla Correggese.

Com’era prevedibile l’Altovicentino parte a tavoletta e per i primi minuti assedia il Parma. Il campo è abbastanza stretto. Corapi e Boscolo Papo si scambiano due pesanti scorrettezze che l’arbitro sceglie di non punire con il giallo anche se lo avrebbero meritato. Laurenti e Simonetti creano i primi pericoli di una gara impostata su ritmi molto alti. Gli uomini di Zironelli giocano con grande determinazione e commettono diversi falli al limite del giallo. Non fanno girare i crociati palla al piede sulla trequarti, con le buone o con le cattive. Su una punizione dal vertice dell’area al 23’ Corapi pesca Cacioli tutto solo sul palo più lontano. Il centrale rimette in mezzo teso e Ugo anticipa di un soffio, rischiando anche l’autogol, il possibile tap in di Benassi.

Un gol mancato che però è il «seme» del gol vero. L’1-0 arriva infatti al 28’, grazie a una punizione dalla stessa posizione, per un fallo su Melandri. Si schierano ancora le torri, chiamano la palla sul palo lontano ma Corapi sorprendendo tutti calcia nell’angolino lasciando di stucco il portiere. Un calcio «alla Pirlo», la maledetta di collo che ha sorpreso il portiere con la sua traiettoria, rimbalzandogli davanti, neppure troppo angolata.

L’Alto fa fatica a raccapezzarsi e riesce a battere un colpo al 36’ quando Ghirardi dalla lunetta avrebbe un buon pallone a disposizione ma con il piattone alza la mira. Al 36’ il Parma raddoppia grazie a Melandri che va in pressing su Gritti, gli soffia la palla, si invola e da fondo campo pennella un assist delizioso per Baraye che a una spanna dalla riga di porta insacca senza difficoltà.

Subito dopo un cross teso da destra di Laurenti attraversa lo specchio, Kicaj a contato con Ricci non arriva sulla palla e cade ma l’arbitro lascia correre tra le proteste dei locali. E si va così al riposo sul 2-0 per il Parma.

Risultato legittimo non tanto per una diversa cifra di gioco, quanto per la diversa efficacia negli ultimi trenta metri delle due squadre. I vicentini sono tosti, giocano con grande animus pugnandi, e hanno un Laurenti scatenato.

Si riparte con Zironelli che abbastanza inspiegabilmente accentra Laurenti nel ruolo della mezzala e allarga in fascia Ghirardi. Baraye, scattato sul filo dell’off side, calcia fuori all’8’.

Al 13’ dopo un’uscita a vuoto di Abibi su corner, Melandri tira da dentro l’area ma trova l’esterno della rete. Zironelli passa al 3-4-1-2 inserendo Peluso, ma è il Parma che si mostra sempre più insidioso.

Guazzo entra al posto di Baraye. E al 22’ su una delle poche incertezze difensive il Parma paga dazio: il pallone filtra in area e Cacioli stende Falconieri. Rigore piuttosto netto che Peluso trasforma nonostante Zommers si sia tuffato dalla parte giusta. I crociati in questa fase giocavano quasi stabilmente con una difesa a cinque dato che Ricci in pratica faceva il terzino destro mentre anche Melandri si posiziona molto indietro. Guazzo è isolatissimo davanti, e neppure ispirato. Fatto sta che la palla non sta più su e l’Alto preme. Laurenti e Peluso cercano subito il pareggio ma il tiro del primo è fuori e quello del secondo viene parato da Zommers in due tempi.

Il tempo passa lento con il Parma rintanato nei suoi trenta metri. Apolloni mette Mazzocchi al posto di uno stanco Melandri, ma la fase offensiva del Parma ormai è nulla. Al 90’ Mazzocchi dribbla tutti in area poi mette in mezzo dove Guazzo scivola e non riesce a intervenire. Mai come stavolta, in questa stagione, il fischio finale è accolto come una liberazione, e ciò va ad onore dell’Altovicentino, che ha gettato il cuore oltre l’ostacolo mettendo alle corde i crociati. I quali, si dirà ora, hanno dimostrato di saper soffrire, centrando l’obiettivo di portare a casa la partita e, potremmo anche dire, il campionato. Ma piuttosto che saper soffrire sarebbe meglio sapere come non soffrire, specie quando giochi un tempo con il vento in poppa di due gol di vantaggio. E’ giusto rifletterci sopra, dopo aver debitamente festeggiato, perché l’anno prossimo le partite somiglieranno più a questa che a quella con la Fortis. Un colpo di braccino del tennista? Può darsi, ma ormai tutto è bene quel che finisce bene. A +10 si respira un’aria che sa di Lega Pro.

LE PAGELLE DI PAOLO GROSSI

ZOMMERS 6,5

Nel primo tempo due parate a terra sicure su tiri secchi. Poi un paio di rinvii poco eleganti, anche a causa del terreno gibboso. Sicuro nelle prese alte.

BENASSI 6

Rientrava dopo un lungo stop, inizialmente è parso in imbarazzo e si è fatto ammonire per un fallo a metà campo. Alla distanza però è sembrato sciogliersi facendo meglio nella ripresa.

CACIOLI 6

Ha avuto più incertezze del solito, sia nelle respinte a volte svirgolate che nell'ennesimo fallo da rigore commesso, a riaprire una gara che pareva chiusa. Resta positivo il suo spirito da gladiatore.

LUCARELLI 6,5

In condizioni imperfette per via dell'unghia di un alluce frantumata sette giorni fa, ha fatto la sua parte alla grande con una serie di «liberazioni» tempestive ed efficaci. Forse avrebbe potuto cercare di tenere più alta la linea difensiva: la squadra ha rinculato troppo nella ripresa.

SAPORETTI 6

Primo tempo da incubo: Laurenti lo saltava secco ogni volta. Nella ripresa s'è trovato davanti Ghirardi (non quel Ghirardi) e si è rinfrancato, riuscendo anche a compiere un paio di interventi da applausi in anticipo.

SIMONETTI 6,5

Così giovane in cabina di regia in una gara di questo calibro, si può dire abbia risposto bene. Ha messo in campo fosforo, fisico e senso della posizione. Polveri un po' bagnate al momento della conclusione. Nel finale spende un «giallo» per un opportuno fallo tattico.

RICCI 6

Corre molto, a volte a vuoto, e tende a perdere lucidità. Ha sbagliato alcuni tocchi importanti. Ma fisicamente è forte e tatticamente duttile, quindi ha aiutato la squadra.

GIORGINO 7

Complessivamente ieri è stato il migliore dei suoi perché nei frangenti in cui la squadra si è squilibrata e ha sofferto lui c'era, con calma e determinazione. E' un giocatore che trasmette sensazioni positive ai compagni. Davanti alla difesa è stato un filtro fondamentale.

CORAPI 7

Altro gol bello e importante, altra gara di sostanza. Stavolta però alla distanza è un po' calato, facendosi risucchiare anche lui all'indietro dalla passività della squadra. Si vede che gli avversari lo rispettano e lo temono.

MIGLIETTA s.v.

MELANDRI 7

Guadagna in ripartenza la punizione da cui nasce l'1-0, confeziona, ancora in ripartenza, l'assist per il 2-0. Insomma, è determinante sia pur in un contesto non facile. Anche lui però nella ripresa sbiadisce, forse logorato dal gran lavoro senza palla.

MAZZOCCHI 6,5

Uno scampolo, un po' a destra e un po' a sinistra, in cui fa spellare le mani ai tifosi con un'azione personale a suon di dribbling e un bel traversone basso.

BARAYE 6

Partita difficile la sua, da solo contro tre centrali. Ha trovato però il guizzo per firmare un altro gol nel giorno più importante dell'annata. A posteriori si può dire che è stato tolto dal campo troppo presto, dovendo anche fare i conti con il raptus dell'arbitro che, per evitare perdite di tempo, lo ha fatto uscire dal lato opposto a quello da cui entrava Guazzo.

GUAZZO 5,5

Era davvero difficile fare bella figura nelle condizioni in cui ha giocato. I compagni si sono tutti ritirati indietro e lui è rimasto solo, avanguardia sperduta tra le maglie arancioni. Tra l'altro non è Batistuta o Drogba quindi non fa la guerra là davanti. Fatto sta che è risultato impalpabile e non ha aiutato il Parma a soffrire meno.

ALL. APOLLONI 6

Ha scelto una linea prudente con quattro centrali in difesa e tanto contropiede. La tattica ha pagato nel primo tempo mentre nel secondo la squadra francamente ha deluso sotto tutti gli aspetti: fisico, tattico e mentale. Esterni troppo bassi, e avversari in costante pressing senza più capacità da parte dei crociati di ripartire e chiudere i discorsi. Consideriamola una perdonabile parentesi e godiamoci il risultato e l'ipoteca sulla Lega Pro.

IL COMMENTO DI PAOLO EMILIO PACCIANI

Gioco, partita, incontro. L'arbitro di una partita di tennis avrebbe chiuso così il big match di Valdagno mettendo la parola fine sul discorso promozione.

E' vero, siamo ancora lontani anni luce dalla fine del campionato, che è in programma per l'8 maggio, ma con dieci punti di vantaggio sulla seconda il Parma a questo punto non può che guardare con giustificato ottimismo al resto della stagione.

Per farsi scippare la Lega Pro i crociati, che non hanno finora mai perso (se non in Coppa Italia, e soltanto ai rigori), dovrebbero subire quattro sconfitte (o in alternativa pareggiare per cinque volte) e contemporaneamente l'Altovicentino dovrebbe sempre vincere. Possibile, ma veramente molto, molto difficile che succeda.

Grazie ad un gruppo di giocatori veramente molto ben assortito e ad un allenatore veramente molto ben preparato, il Parma ha infatti fin qui dimostrato di potersi adattare a qualunque situazione e di poter battere qualunque avversario.

Fateci caso, Apolloni non schiera mai lo stesso undici per due volte di fila eppure il risultato è (quasi) sempre lo stesso: la vittoria.

Ieri a Valdagno il tecnico romano ha riproposto la difesa rocciosa con quattro marcatori ed ha avuto nuovamente ragione. Accantonata la tentazione di schierare titolare Guazzo, ha riprosto Baraye prima punta ed è stato ripagato dai gol di Corapi (implacabile su punizione) e dello stesso capocannoniere senegalese, perfettamente imbeccato da Melandri.

Solo nell'ultimo quarto d'ora i crociati hanno dovuto stringere i denti, perché giustamente l'Altovicentino galvanizzato dal gol su rigore si è buttato disperatamente in avanti alla ricerca del pareggio, ma Zommers non è mai stato veramente messo in difficoltà. Vicentini battuti sia al Tardini che in casa loro, quindi, e a questo punto non ci sono più dubbi su quale sia la squadra più forte del girone.

Ora il compito di Apolloni è quello di non permettere alcun calo di tensione, di tenere i suoi giocatori sulla corda per farli rendere esattamente come hanno reso fino ad oggi. La rosa ampia gioca a suo favore: (quasi) nessuno può sentirsi sicuro di un posto da titolare e tutti possono essere rimpiazzati. Avanti così, dunque, fino alla vittoria.