Quelle auto parmigiane di un secolo fa

David Vezzali

Sembrano uscite dai film di Stanlio e Ollio oppure di Charlot, ma può capitare di vederle in giro nelle strade di Parma. Sono le auto più vecchie che circolano nella nostra città. Appartengono ad appassionati parmigiani delle auto d’epoca e sono uscite di fabbrica tra il 1913 (la più vecchia) e il 1926 (la più, si fa per dire, «recente»).

Accensione con manovella

L’auto del 1913 è una Hupmobile 32, di fabbricazione americana. Di proprietà di Tito Costetti, è l’unica delle sei auto ad avere l’accensione solamente con la manovella. In altre parole, come spiega Costetti, «se il motore si spegne a un semaforo devo per forza scendere e rimettere in moto l’auto con la manovella, e questo “show” viene apprezzato da tutti quelli che assistono alla scena».

Anche le altre cinque auto sono dotate della manovella da far ruotare davanti al motore, ma dispongono anche della più comoda accensione con la chiavetta, come le auto dei giorni nostri. Segue, in ordine di anzianità, una Fiat 501 Spider del 1919 di Franco Poletti, a cui fanno seguito due auto del 1920: una Fiat 501 Torpedo, anch’essa di Franco Poletti, e una Fiat 501 di Lino Catellani.

Concludono la parata delle auto più antiche in circolazione a Parma la Chevrolet Superior B del 1923 di Maurizio Vernizzi e una Fiat 509 Torpedo del 1926 di Giacomo Mori.

Velocità massima? 60 all'ora

Tenute con grande cura dai proprietari, la percorrenza media di tutte queste auto è di non più di una trentina di chilometri al mese. E la velocità massima tenuta non supera i quaranta chilometri all’ora, anche se tutte le auto possono raggiungere i 60 chilometri orari. Parlando di cilindrate, la Hupmobile ha il motore di 3000 centimetri cubici, la Chevrolet di 2802 cc, le tre Fiat 501 di 1400 cc e, infine, la Fiat 509 di 990 cc. Curiosa la posizione del volante: in cinque auto si trova a destra, dove da tempo immemorabile - tranne che in alcune nazioni - si siede il passeggero e non chi guida. Per quale motivo? E’ presto detto: cent’anni fa le strade erano strette, l’illuminazione era carente e, in caso di incrocio con un altro veicolo, bisognava stare attenti a non finire nel fosso che si trovava alla propria destra. L’auto con il volante a sinistra è la Chevrolet.

Altra singolarità: in cinque di queste auto (a fare eccezione è ancora una volta la Chevrolet) la posizione dei pedali è, partendo da sinistra, frizione, acceleratore e freno. Allora su molte auto si usava così. Solo successivamente l’ordine è diventato per tutte le auto (tranne quelle col cambio automatico, che hanno solo due pedali) frizione, freno e acceleratore.

Un'auto targata PR 209

Un’altra curiosità: da dove arrivano queste auto? Due (la Chevrolet e la Hupmobile) sono state acquistate dagli attuali proprietari negli Stati Uniti e le due Fiat 501 di Franco Poletti arrivano dall’Australia: queste quattro auto sono state reimmatricolate in Italia in anni recenti, e per questo hanno la targa di tipo attuale, bianca e azzurra. La Fiat 509 Torpedo, che proviene da Verona, e la Fiat 501 di Lino Catellani - che dalla «nascita» è sempre stata in provincia di Parma - hanno le targhe dell’epoca: rispettivamente «VR 4350» e «PR 209». Sulla Hupmobile le luci posteriori si accendono… con i fiammiferi: una volta acceso lo stoppino della lampada ad olio e chiusi i vetrini, si vede la luce rossa o verde a seconda della parte da cui si guarda. Naturalmente l’auto è dotata anche delle luci «a norma».

Per farsi sentire, alcune di queste auto hanno il clacson a tromba, ad aria, da azionare con una mano: è situato all’esterno ed è di metallo e gomma nera. La Fiat 509 Torpedo ha anche un tassametro della Società anonima italiana tassametri, «fermo» alle tariffe di 70 anni fa (come minimo): segna 43 lire. Per la cronaca, le società anonime sono state soppresse nel 1942, con l’entrata in vigore del codice civile attuale, e sono state sostituite dalle società per azioni e dalle società a responsabilità limitata.

Cerchi in lega? No, in legno

Per le ruote adesso si usano leghe sempre più sofisticate, ma ai tempi di queste auto le ruote potevano anche essere in legno, come quelle «indossate» dalla Hupmobile. La Fiat 501 del 1920, targata «PR 209», possiede la targa più vecchia di Parma in «circolazione». Questo veicolo è sempre rimasto nella nostra provincia e, quindi, non ha mai avuto bisogno di cambiare targa per trasferimenti in altre nazioni o città. C’è da dire, però, che questa targa risale al 1927, anno in cui vennero istituite le targhe con le sigle della provincia, e ha sostituito la targa originale del 1920 in cui Parma era identificata con la sigla 44 (prima del 1927, infatti, le città erano numerate in ordine alfabetico: 1 era Alessandria, 2 era Ancona e così via). Ligia ai tempi la targa riporta, in piccolo, quello che era il contrassegno ufficiale dell’Italia di allora: il simbolo del fascio.

Tutte queste auto sono iscritte all’Associazione veicoli storici (Avs) di Parma, che ha tra i suoi scopi la valorizzazione della cultura motoristica e la salvaguardia di auto, trattori, camion, moto, mezzi militari e barche appartenenti al passato.