Rigoso, il 42enne Quaretti muore all'improvviso
MONCHIO
Beatrice Minozzi
Sembrerà strano non incrociare più il suo sguardo limpido e fiero per le strette strade di Rigoso. Sembrerà strano non imbattersi più nel suo sorriso rassicurante, con il quale sapeva rasserenare anche le situazioni più tese. Ancor più strano sembrerà non vederlo più tutto indaffarato nei preparativi degli eventi organizzati dall’Avis oppure dall’associazione Il Crinale. Sembrerà strano, eppure sarà così.
E’ stato un malore improvviso a spegnere per sempre il sorriso di Andrea Quaretti, il consulente amministrativo di Rigoso scomparso ieri a 42 anni.
Una morte improvvisa, che ha lasciato attonite le corti di Monchio, ieri bagnate da gocce di pioggia che potevano sembrare lacrime di dolore per la scomparsa di un figlio di queste montagne, di un ragazzo che ha fatto di tutto per vivere e lavorare nel luogo del cuore: il suo Appennino.
E’ qui che Andrea è cresciuto, sulle sponde del lago Paduli prima, quando il padre Elmo faceva il guardiano Enel, e a Rigoso poi. E’ qui che Andrea ha respirato quella sensazione di libertà che tanto gli è mancata negli anni in cui, per studio, si è trasferito a Parma con la sorella, tanto che, dopo la laurea in Economia e Commercio, vi ha fatto ritorno.
E qui ha trovato l’amore di Katia, originaria di Pianadetto, che non ci ha pensato due volte a seguire Andrea a Rigoso per coltivare un amore limpido e travolgente. Poche le parole, dette con la voce rotta dal pianto, tante le lacrime che solcano il viso di chi Andrea lo ha conosciuto e stimato.
«Ci mancherà tanto, soprattutto come amico prima ancora che come socio Avis» ammette Giacomo Rozzi, presidente della locale sezione Avis, di cui Andrea faceva parte dal 1993 e di cui per tanti anni è stato segretario e amministratore.
«L’ultima delibera la abbiamo firmata il 26 maggio, pochi giorni fa - ricorda Rozzi -. E’stata l’ultima volta che l’ho visto. Aveva appena comprato una macchina nuova, era così felice».
Difficile trattenere le lacrime ricordando un ragazzo pacato, dai modi gentili, che tanto ha fatto e tanto ha dato alla sezione Avis monchiese, ricevendo lo scorso anno - in occasione del 50º anniversario dalla fondazione - un benemerenza per il suo impegno.
«Andrea era anche un grande professionista - aggiunge Rozzi - e si è sempre occupato lui del nostro bilancio, dimostrando sempre le sue capacità lavorative». Grande tifoso della Juventus, all’ordine del giorno, durante le riunioni Avis, erano le scherzose schermaglie con il consigliere interista Diego Dalcielo, che diventavano spesso simpatici siparietti tra un rendiconto e l’altro. Altruista e di compagnia, Andrea sintetizzava queste sue doti occupandosi della promozione turistica delle sue montagne con l’associazione Il Crinale di Rigoso e Aneta, di cui era socio fondatore.
«Era il nostro commercialista ufficiale - spiega l’amico Vanes Bacchieri Cortesi - ma la sua disponibilità andava ben oltre. Era sempre presente, se avevi bisogno di lui bastava un fischio, in ogni situazione».
L’amico lo ricorda come un ragazzo pacato, molto intelligente, un’idealista che non sapeva scendere a compromessi. «Quello che pensava lo diceva nei denti - ricorda l’uomo - senza tanti giri di parole, ma la cosa bella è che non portava mai rancore».
Un ricordo balena alla mente di Vanes, che racconta di un Andrea impegnato come scrittore prima e primo attore poi del cortometraggio «Il Bafardel», in cui impersonava il contadino sbeffeggiato dal dispettoso folletto. Ma a beffare Andrea, questa volta, è stato un destino crudele che troppo presto lo ha strappato all’amore della sua famiglia - la mamma Giuseppina, il papà Elmo, la sorella Roberta, la compagna Katia e gli adorati nipoti Alessia e Luca - attorno a cui in molti si stringeranno per un ultimo saluto durante i funerali, la cui data è ancora da stabilire.