Scuola Corazza, genitori all'attacco
Ilaria Moretti
Alla scuola elementare Corazza non è tempo di vacanza. Almeno per quanto riguarda le proteste. Che preannunciano un’estate calda, al di là delle condizioni atmosferiche, con tanti genitori pronti a dare battaglia.
L’antefatto è che causa lavori per miglioramento sismico – e nessuno è ovvio li mette in discussione – il prossimo anno otto classi verranno trasferite in via temporanea dal plesso di via Fratelli Bandiera: le quattro prime a tempo pieno alla Maupas di Vicofertile; la seconda, la terza, la quarta e la quinta A a tempo normale alla Rodari. Se già i malumori erano nell’aria, la situazione è esplosa dopo un incontro che le famiglie hanno avuto con i rappresentanti della scuola per parlare della soluzione di Vicofertile: sotto accusa la logistica, la tempistica, il modo in cui è stata gestita tutta l’operazione. E anche il fatto di essersi sentiti esclusi da ogni decisione.
«Innanzitutto – premette Pietro Bertè, padre di una bambina che farà la prima elementare – c’è stata una mancanza di trasparenza perché che si sarebbero fatti i lavori è stato comunicato a marzo, mentre a gennaio e febbraio, quando ci sono stati gli incontri di presentazione della scuola per le iscrizioni, il tema non è stato toccato. Il Comune ha già risposto che prima non si sapeva, ma questo lascia quantomeno un po’ perplessi».
Poi, entra nel merito della vicenda: «I lavori non sono ancora cominciati, dovrebbero partire a settembre e durare un anno». Quindi la miccia che ha fatto deflagrare il caso: «Il 20 giugno alle famiglie è arrivata la comunicazione della decisione della dirigenza scolastica di trasferire a Vicofertile i bambini di prima elementare. La motivazione che ci adducono è che il cantiere sarà invasivo e quindi è meglio mettere i più piccoli in una scuola più tranquilla. Le famiglie sono state messe davanti alla decisione compiuta». Venendo alla logistica, gli alunni saranno condotti e riportati indietro da Vicofertile tramite un servizio navetta. Ciò che non piace per niente ai genitori è che, in base a quanto è stato prospettato, i pullman non partiranno dalla Corazza ma dal parcheggio del Palazzetto dello sport. Stesso punto stabilito per il rientro. «Così non va bene: i ragazzi devono essere lasciati e ripresi a scuola. Io ho iscritto mia figlia alla Corazza non perché mi sia riconsegnata in un parcheggio da un accompagnatore su un pullman che ancora non so chi sarà, sicuramente non un maestro». Bertè punta il dito anche contro al fatto che a Vicofertile non è garantito il post-scuola: «E a quel punto i bambini che devono farlo, una volta rientrati con il pullman, dovranno attraversare la strada ovviamente accompagnati, per potere usufruire del servizio alla Corazza. Lo stesso vale per quelli che sceglieranno il pre-scuola nel plesso di via Fratelli Bandiera, anche se questo secondo servizio sarà disponibile pure a Vicofertile». Deborah Domeniconi sul problema aveva già inviato una lettera alla Gazzetta: «All’incontro con i rappresentanti della scuola l’impressione era che navigassero a vista - spiega al telefono -. Noi genitori avanzavamo dei problemi e loro ci rispondevano dicendo che forse avremmo dovuto parlarne con il Comune. Alla fine siamo usciti con le idee più confuse di prima. Una cosa che mi ha lasciata esterrefatta è questa idea della presa in consegna dei bambini nel parcheggio del Palazzetto dello sport. Ho tre figli ed è la terza volta, con due giunte diverse, che mi trovo coinvolta in un disservizio».
Stefania Bolognesi ha due figli toccati dal trasferimento: un bimbo in prima elementare che andrà a Vicofertile e una ragazzina in quinta A che finirà alla Rodari. «All’incontro abbiamo sottolineato che il servizio di trasporto non è adeguatamente pianificato - dichiara -. Qualche genitore ha anche sollevato il problema della sicurezza: visto che da Vicofertile rientreranno due pullman da 54 bambini ciascuno ci siamo chiesti come farà l’accompagnatore a verificare l’identità di tutte le persone che vengono a prenderli. C’è poi il caso di due compagni di classe dei miei figli che arrivano con l’Happy bus e non riescono a fare in tempo a prendere il pullman». La paura è anche quella di perdere il contatto quotidiano con gli insegnanti, che normalmente accompagnano i bambini fuori dalle aule.
Mamme e papà lamentano anche il fatto che nessuno del Comune abbia partecipato alla riunione. Qualcuno, intanto, è già corso ai ripari. Giorgia Paoli ha scelto per il suo bambino, futuro remigino, il trasferimento in un’altra scuola: «Quando è arrivata la mail con l’avviso dello spostamento delle quattro prime, ho contattato un altro istituto. Non ritiro mio figlio per ripicca ma perché credo che quando si affida un piccolo a un’istituzione ci debba essere un rapporto di fiducia».