Serpagli: «Primarie del Pd entro fine gennaio»
Pierluigi Dallapina
Il Pd organizzerà le primarie dopo il referendum sulla riforma della Costituzione, ma in vista delle elezioni amministrative del 2017 non disdegna nemmeno l’ipotesi del candidato sindaco unitario, afferma il segretario provinciale, Gianpaolo Serpagli.
La data delle elezioni si avvicina. Perché avete deciso di posticipare le eventuali primarie a dopo il referendum del 4 dicembre?
«Al momento il partito deve impegnarsi ad elaborare un programma convincente e a riallacciare i rapporti con le forze economiche e sociali della città. Penso al mondo del volontariato o a quello imprenditoriale che ha dato vita a Parma io ci sto!. Inoltre, dobbiamo concentrarci sulla campagna a favore del sì, perché se cambierà il Paese ne beneficerà anche Parma».
Avete già stabilito una data per le primarie?
«Se i candidati inizieranno a raccogliere le firme già a partire dal giorno successivo al referendum, credo che entro la prima metà di gennaio conosceremo gli aspiranti sindaco, mentre le primarie potrebbero essere organizzate nella seconda metà del mese».
Il partito però tiene aperta anche la strada della candidatura unitaria.
«Se la classe dirigente del Pd sarà in grado di trovare la convergenza su un candidato unico, bene, altrimenti le primarie saranno lo strumento utile per individuare il candidato sindaco del centrosinistra».
State già pensando al tema delle alleanze?
«Vogliamo dar vita ad un patto civico e democratico, perché sono convinto che ci si debba aprire a quelle forze civiche che si sono già messe a disposizione della città. Per quanto riguarda i partiti della sinistra, noi siamo aperti al confronto se accetteranno di discutere la nostra piattaforma programmatica».
E per quanto riguarda il programma elettorale, cosa avete in mente?
«Per prima cosa dovremo recepire le buone esperienze amministrative del territorio al di fuori della città. In questi anni, l’isolamento civico di Parma era compensato da una forte presenza politica dell’amministrazione provinciale, ma in futuro, con la scomparsa delle Province, non sarà più così. Chi rappresenterà tutto il territorio sarà il sindaco del capoluogo, il quale dovrà evitare di restare isolato».
A proposito del sindaco, Federico Pizzarotti ha incassato apprezzamenti da diversi esponenti Pd, fra cui il primo cittadino di Bologna.
«Sono giudizi che si fermano all’involucro delle cose. Mediaticamente Pizzarotti è molto forte, ma se si va al nocciolo delle questioni si scopre che è meno bravo di quanto si pensa, perché è molto concentrato sull’ordinaria amministrazione, mentre è scollegato rispetto a tutto il resto. Ad esempio, Pizzarotti non si è mai occupato attivamente di sanità, lasciando tutto in mano ai due bravi direttori generali di Ausl e ospedale. Questo però è sbagliato, la politica deve avere un proprio ruolo in quello che è il secondo hub sanitario regionale, dopo Bologna. Per non parlare delle politiche per l’infanzia, dove le iscrizioni ai nidi e alle materne sono in calo perché le famiglie di Parma non riescono più a permettersi di pagare delle rette altissime».