Tutti in attesa dei funghi sperando nelle piogge
Nasceranno o non nasceranno? Stiamo parlando di funghi, e la domanda si fa ormai ossessiva, nei bar, nei circoli, sui gruppi social, tra gli appassionati in genere. L’ennesima annata anomala riuscirà a risollevarsi con una buona seconda parte di stagione?
Fino ad oggi sicuramente si può dire stagione fungina semplicemente «non pervenuta», ma ora potrebbero esserci i presupposti per partire.
Dopo mesi di siccità da record, molte zone dell’Appennino nei giorni scorsi (e anche ieri) sono state bagnate dalle prime precipitazioni serie, nulla di alluvionale, ben inteso, ma sicuramente un’acqua che può essersi fatta sentire anche sotto le foglie. Ad esser innaffiata meglio è stata la zona ovest della provincia, ma anche a est non sono mancati rovesci ripetuti.
Certo la situazione di partenza non è delle migliori, con ampie zone di montagna caratterizzate da boschi di faggi già arrossati o addirittura «defogliati» a causa della sofferenza idrica; ma non sarebbe il primo anno che una buona stagione fungina segue un periodo estivo particolarmente asciutto (ultimo esempio il 2012, che è stato anche forse l’ultimo «anno da funghi» di una certa rilevanza).
I giorni della verità dovrebbero esser proprio quelli a cavallo del fine settimana in arrivo: 7-8 giorni dopo le prime piogge se qualcosa deve nascere, è il momento giusto. E se i Boleti si dovessero far ancora attendere, se non altro è certo che in questi giorni il bosco inizierà a vestirsi di un abito un po’ più autunnale, finirà l’attuale deserto micologico e si avvierà la nascita di tante altre specie (alcune delle quali comunque commestibili) meno bizzose di re porcino.