Una serata con i templari

Michele Ceparano

Una serata con i templari. Lo spunto per conoscere questa associazione religiosa che si richiama alla tradizione cavalleresca medievale, è stato dato dalla mostra fotografica allestita venerdì al seminario minore di viale Solferino. Titolo: «Viaggio nei luoghi dei templari». Organizzata dall'Associazione templari cattolici d’Italia della chiesa templare di Santa Maria Maddalena di Cerro di Toccalmatto, con il supporto dei Templari Cattolici d’Italia, in viale Solferino è rimasta però soltanto poche ore, appena il tempo per poter essere ammirata da chi è intervenuto. Da sabato infatti tutto il materiale è tornato nell'abbazia di Chiaravalle della Colomba, nei pressi di Alseno, nel Piacentino. L'argomento è molto suggestivo. Del resto l'ordine dei templari, in prima linea nelle numerose crociate medievali, ha da sempre incuriosito storici, scrittori (si pensi a «Il pendolo di Foucault» di Umberto Eco) e perfino il mondo del cinema. La serata, unendo storia e spiritualità, ha quindi tutti gli ingredienti per interessare. Si parte infatti dai numerosissimi e suggestivi scatti raccolti in anni di ricerche da Mauro Giorgio Ferretti, presidente dell'Associazione templari cattolici d'Italia (il presidente del «ramo» parmigiano è invece Domenico Savio Romano), nel nostro Paese e in Francia, altra nazione fondamentale per capire l'ordine di questi monaci-cavalieri. Bella anche la coreografia; i templari di Parma infatti si presentano con i loro mantelli bianchi con la croce rossa. Tra le foto non mancano chiese templari nel Parmense: Badia Cavana, Sant'Ilario Baganza e Lesignano Bagni. E poi Santa Maria Maddalena di Cerro di Toccalmatto e San Tommaso Beckett a Cabriolo. «E' una mostra itinerante - spiega Ferretti - che abbiamo portato a Milano, Roma, Brescia, Verona, Padova, Piacenza e in tante altre città. Riproduce tutte le pievi più importanti che i monaci-cavalieri templari hanno edificato o presidiato nei secoli nei duecento anni in cui sono stati attivi». A Fontevivo, inoltre, nell'abbazia cistercense, c'è la tomba del marchese Guido Pallavicino, morto nel 1301, che fu sepolto con il mantello templare. In città collegata a loro è la chiesa di Santa Croce; inoltre, dove oggi ci sono i portici dell'Ospedale Vecchio in via D'Azeglio, esisteva la loro «commanderia». Ferretti inquadra poi i templari dal punto di vista storico; il suo intervento riguarda soprattutto i duecento anni di vita dell'ordine dalla nascita, nel 1119, alla sua fine, nel 1314 per volontà del re di Francia Filippo il Bello. Ma la loro vicenda, però, non si conclude con la morte sul rogo di Jacques de Molay, ultimo maestro dell'ordine. Come dimostra la serata del seminario minore, arriva fino a oggi.