Addio Silvia, educatrice col sorriso
Lorenzo Sartorio
Un bel fiore sradicato dalla cinica furia del destino sul terreno della vita. Silvia Garlassi Milanesi è prematuramente scomparsa nei giorni scorsi all’età di 39 anni.
Parmigiana di via Imbriani, dopo il diploma Magistrale, si era laureata al Dams. Educatrice della scuola dell’infanzia operava presso la «Proges».
Stimata ed apprezzata dai superiori e dai colleghi per il carattere dolce, solare, allegro, Silvia, era una ragazza davvero speciale. La figlia che tutti i genitori vorrebbero avere, l’amica preziosa, solidale e comprensiva per tutti quegli amici che ora la piangono. Infatti, l’immatura morte di Silvia, ha lasciato un incolmabile vuoto, non solo nei suoi cari, ma anche in tutti coloro che la conoscevano e le volevano bene. Perché non si poteva non volere bene a questa ragazza che possedeva un’innata passione per i bambini. Lo stare insieme ai giovanissimi la gratificava ed anche le iniziative che organizzava per i suoi bambini erano dettate da un cuore grande, da una spiccata sensibilità e da una straordinaria dolcezza d’animo. Avendo abitato per anni all’ombra dell’Annunziata, Silvia aderì giovanissima al gruppo scout Parma 8 dell’Annunziata ed indossò l’uniforme scout fino a metà degli anni Novanta. Dall’esperienza scout aveva mutuato tanti valori: il senso dell’amicizia vera, l’aiutare il prossimo in difficoltà, l’amare e rispettare la natura, il fare squadra e l’essere sempre disponibile verso chi ha bisogno. E poi quel sorriso radioso, l’arma delle persone buone e sensibili, che Silvia sfoderava in ogni occasione rendendo ogni cosa, anche la più difficoltosa, facilmente abbordabile. Così la ricorda Luigi Vignoli, capo scout, che la accolse tra le fila dei «lupetti» dell’Annunziata. «Silvia era una ragazza solare, molto attiva ed aperta agli altri, aveva in sè quelle caratteristiche di giovialità che le permettevano di instaurare subito un rapporto di familiarità con le persone che incontrava. Possedeva le doti di leader, mai si tirava indietro nell’affrontare gli ostacoli che nella vita si presentavano. A questo l’aveva allenata la strada scout che l’aveva aiutata a superarli coltivando l’entusiasmo e la forza di volontà». Aveva la passione per la fotografia, Silvia, e, da amante della natura, non mancava di immortalare quei capolavori che il creato può offrire in un bosco, in un giardino, in un prato, in un panorama. Anche nello scattare le foto, utilizzava, non solo la sua innata abilità ma, soprattutto, la sua anima gentile. Era molto legata ai suoi cari: al marito Michele Buzzini, alla mamma Maria Gabriella, al padre Nearco, alla sorella Stefania ed al cognato Fulvio. Stasera alle 21 in Santa Croce sarà recitato il Rosario, il funerale invece sarà celebrato domani alle 11 partendo dalla chiesa di Sant'Evasio, indi per il cimitero di Vigatto.