Belletti si «mangia» le Bocche di Bonifacio

Marco Bernardini

Grande impresa del fondista parmigiano Davide Belletti che ha impiegato cinque ore esatte, dalle 7 in punto a mezzogiorno, per coprire i 15,8 chilometri che separano le coste di Corsica e Sardegna, più precisamente da Capo Pertusato a Punta Falcone. La traversata delle Bocche di Bonifacio a nuoto in solitaria, munito soltanto di cuffia, occhialini e costume (niente muta o altri indumenti), si preannunciava ricca di insidie fin dalla vigilia e così si è rivelata realmente in mare: nelle ultime tre miglia, infatti, le onde hanno raggiunto anche un’altezza pari ad un metro e mezzo rendendo ancora più faticosa ogni singola bracciata proprio a poche decine di metri dal traguardo.

«E’ stato un tratto veramente duro in cui ho pensato più volte di arrendermi - confessa Belletti, accompagnato dal padre Bruno e dalla madre Elsa (il tecnico Alessandro Brozzi ed i compagni di squadra de “I Galleggianti” di Villa Bonelli hanno seguito le gesta da casa in collegamento telefonico) e controllato da una barca di supporto dotata di radio in costante contatto con la capitaneria di porto di La Maddalena per evitare situazioni di pericolo in termini di traffico navale - vedevo la costa vicina ma sembrava non arrivare mai. Mi ha aiutato molto l’idea di dover “toccare” la terra nel punto d’arrivo visto che avevo scelto di iniziare dalla spiaggia in Corsica invece che in mezzo al mare tra due promontori laterali più esterni rispetto alla cala di partenza e ciò mi avrebbe consentito di risparmiare alcune centinaia di metri. Non mi sembrava giusto godere di questo sconto così ho rispettato la distanza originaria».

Durante il tragitto, temperatura dell’acqua sempre attorno ai 23 gradi, sono state consumate circa 4000 kilocalorie, parzialmente recuperate con integratori ed una patata lessa passate tramite un’asta (non poteva esserci alcun contatto diretto tra il nuotatore e l’imbarcazione). «Ho avuto grosse difficoltà a nutrirmi a causa del mare troppo agitato. Non era semplice mangiare e bere cercando di rimanere rilassato per non soffrire di crampi ed ancora più complicato è stato mantenersi a galla senza poter utilizzare le braccia occupate per mangiare e non disperdere in mare i rifiuti, tutti raccolti e portati a terra». Tante le curiosità emerse in mare aperto. «Le onde erano talmente forti che mi sono scaravoltato ben quattro volte a pancia in su poi ad attendermi all’arrivo ho trovato un gruppo di gabbiani che mi beccavano le dita dei piedi». Missione compiuta in un evento sportivo, co-organizzato con la società sportiva Villa Bonelli Nuoto e patrocinato dal Comune di Parma, dalla forte valenza sociale. «Attraverso la determinazione si può raggiungere qualsiasi obiettivo e lo sport è uno degli strumenti più efficaci per trasformare in realtà quello che poco prima ci sembrava impossibile». Soprattutto per chi, come lui, ha scoperto il nuoto solo quattro anni fa e si prepara già alla prossima tappa. «Tra un mese farò la combinata 1,8+6 chilometri a Bergeggi assieme alla mia squadra». Ma dopo aver “domato” le Bocche di Bonifacio ora nulla lo spaventa più.