Berlusconi ritorna: non farà da spettatore

Stefano Pileri

Il Pd in calo costante. E questa non è una novità. Il Movimento 5 Stelle che oscilla fra il 27 e il 30 per cento, ed è ormai stabilmente la prima forza politica italiana. E anche questa non è più una novità. Il vero fatto nuovo degli ultimi sondaggi elettorali viene semmai dal centrodestra. E per la precisione da quell’arzillo ottantenne che – nonostante problemi di salute, processi, condanne e accuse di tutti i tipi - è indiscutibilmente il protagonista più longevo di questa seconda repubblica. Con il suo ritorno in campo, Silvio Berlusconi sta dimostrando di essere capace non solo di rafforzare il centrodestra, ma anche di rianimare Forza Italia, che molti davano per spacciata. I sondaggi confermano che il partito creato oltre vent’anni fa dal Cavaliere è tornato ad essere la prima forza del suo schieramento. Ma ci dicono anche che sta erodendo consensi alla Lega di Salvini. Il Carroccio viene infatti segnalato sempre forte ma in calo rispetto a qualche settimana fa. Ed è la prima volta da molto tempo a questa parte. Segno che la strategia di Berlusconi sta dando i suoi frutti. E’ ormai evidente che il Cavaliere non punta solo a portare il suo schieramento più vicino possibile al quaranta per cento, una percentuale che con il metodo di assegnazione dei seggi previsto dal Rosatellum dà buone probabilità di avvicinarsi alla maggioranza assoluta dei parlamentari. Ma soprattutto punta a diventare l’azionista di maggioranza del centrodestra. Non gli basta che il suo partito sia il più forte dello schieramento, ma vuole anche sorpassare l’asse Lega-Fratelli d’Italia. In altre parole, vuole pesare più dei suoi due giovani alleati, Giorgia Meloni e Matteo Salvini.

Il bilancio si tirerà ovviamente il giorno dopo le elezioni, con i voti veri e non quelli virtuali dei sondaggi. Di certo, però, da quando è tornato sulla scena, Berlusconi sta sbagliando poche mosse: è riuscito a convincere Renzi e il Pd a costruire una legge elettorale, il Rosatellum, che sembra fatta apposta per mettere in evidenza le contraddizioni del centrosinistra ed è costruita su misura per il centrodestra, che il Cavaliere riesce a tenere unito nonostante le forti differenze programmatiche. Le simulazioni elettorali sono concordi sul fatto che Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia possono fare bene nel proporzionale. Ma soprattutto, insieme, possono conquistare la stragrande maggioranza dei collegi uninominali. Di certo, faranno il pieno nelle regioni a Nord del Po, dove il peso della Lega è decisivo. Ma hanno buone probabilità di essere competitivi anche in alcuni collegi di una regione (un tempo) rossa come l’Emilia Romagna. Con la concorrenza a sinistra dei bersaniani, i candidati del Pd non sono al sicuro e anche qui rischiano di finire dietro quelli del centrodestra.

A seconda di come andrà a finire, Berlusconi avrà però davanti due strade non facili: o costruisce un governo con gli alleati di centrodestra nonostante le diversità politiche che emergono in modo fin troppo evidente quando si parla ad esempio di Europa o di immigrati. Oppure – e qualcuno sospetta che sarebbe la sua strada preferita – dovrebbe cercare di costruire un governo di larghe intese (si fa per dire) con il Pd renziano. In entrambi i casi, si tratta di due scenari complicati per chiunque. Ma, c’è da scommetterci, Berlusconi non farà da spettatore. Lui - come ripete spesso - è l’uomo dei «miracoli». Veri o presunti che siano.