Dopo lo schianto la gente chiede interventi

Luca Pelagatti

«Ero in casa al momento dell'incidente. E il boato è stato così forte che ho pensato ad una bomba». La donna che l'altra sera, poco dopo la mezzanotte, ha chiamato per prima i soccorsi adesso è ferma in via Montebello, davanti all'ingresso del civico 48 a scrutare i segni dello schianto. E guardando quel disastro ci vuol poco per capire che ci sarebbe potuto facilmente scappare il morto: due colonnotti divelti, un cancello contorto dall'urto, i segni disegnati sull'asfalto rigato dall'auto impazzita che ha finito la sua corsa con le ruote all'aria in mezzo alla ciclabile. Inutile dirlo: se fosse passato qualcuno adesso parleremmo di dramma annunciato.

«Si, perché l'incidente sarà anche frutto del caso, di un imprevisto. Ma che questo tratto di strada sia pericoloso lo sanno tutti. Almeno chi abita da queste parti», ripetono in coro gli avventori del bar «Camarillo Brillo», all'angolo con via Brambilla. E subito dopo scatta l'elenco delle cose che proprio non vanno. «L'attraversamento pedonale qui di fronte è poco visibile. Chi percorre via Montebello provenendo da via Bizzozero se lo trova davanti all'improvviso dopo la curva. E può essere troppo tardi soprattutto se va forte».

Ecco, la velocità, l'altro vero imputato. In questo locale e dall'altra parte della strada, nella tabacchiera «Dal Anna», è sul piede pesante degli automobilisti che si punta il dito. Anche per spiegare quello che è accaduto tra ieri e sabato.

«Due auto si sono toccate all'altezza della curva vicina a via Martiri di Cefalonia - spiega uno dei residenti accorsi subito dopo lo schianto. - Una delle due macchine, una utilitaria bianca è finita sul marciapiede sul lato opposto della carreggiata centrando un cancello che è rimasto pesantemente danneggiato. Ma non solo: la vettura è rimbalzata sulla corsia opposta e si è ribaltata sulla ciclabile».

Questa la sommaria ricostruzione. Per avere i dettagli e capire le responsabilità occorrerà attendere i risultati dei rilievi della municipale. Ma tutti, anche senza aver aspettato l'arrivo degli agenti, convengono su un fatto: «Quell'auto andava forte. Troppo». Un commento che fa il paio con il secondo: «Se non si sono fatti davvero male è stata davvero solo per fortuna». I conducenti infatti sono stati portati al pronto soccorso: ma per loro i soccorritori parlando di codice giallo. Quello cioè che s usa quando non ci sono pericoli per la vita.

«Ma non è la prima volta che accadono incidenti in questo punto e in passato ci sono stati feriti in maniera grave», proseguono gli abitanti di via Montebello che spiegano di una situaizone difficile ad ogni ora. Anche se ovviamente è di notte che si corre di più.

«Durante il giorno il problema più serio lo si ha sugli attraversamenti pedonali. Sono mal segnalati e soprattutto gli anziani hanno paura. Di notte invece il rischio viene da chi non rispetta i limiti. E quella curva crea ulteriori pericoli».

Ecco allora le richieste condivise. Che si possono riassumere poi in una sola parola: dissuasori.

«Basterebbe poco: sarebbe sufficiente installare una serie di dossi di altezza opportuna ad intervalli regolari. Il primo, il più importante dovrebbe essere posizionato prima della curva per chi proviene da via Bizzozero. Questo obbligherebbe gli automobilisti a rallentare ed affrontare la curva a velocità più ragionevole. Sarebbe utile per permettere a chi attraversa di essere sicuro ma anche per allontanare il rischio di scontri con le auto che si immettono da via Brambilla».

Intanto però che la lista dei suggerimenti si allunga in tanti si fermano a guardare i segni dello scontro della notte. E tutti scuotono la testa increduli. «Noi che lavoriamo qui vediamo quanti sono gli incidenti e quante volte si sfiora lo scontro. Non vorremmo che si aspettasse ancora. Perché non è per forza che si deve aspettare il morto per ottenere che si agisca con un po' di buon senso».