Gli episodi condannano il Parma a Frosinone

FROSINONE

DA UNO DEI NOSTRI INVIATI

Non è bastato al Parma giocare a calcio trequarti d’ora, tra il 30’ del primo tempo e il 30’ della ripresa, per uscire indenne dal campo del Frosinone, da ieri solitaria capolista. Nella prima mezz’ora infatti il Parma, senza dire bao è finito sotto di due reti che non è poi stato capace di rimontare, tanto più che quella segnata se la sono fatta da soli i laziali. Il Parma è entrato in campo molle e contratto allo stesso tempo, incapace di «leggere» lo schieramento avversario e contrapporvisi con efficacia e quando ha ritrovato il giusto piglio non è riuscito a fare breccia nel muro eretto dagli avversari.

D’Aversa aveva confermato come prevedibile la squadra che aveva brillantemente superato Foggia e Avellino. Longo, che insolitamente aveva annunciato la formazione il giorno prima (a Parma l’ultimo a farlo, e solo di tanto in tanto, è stato Carmignani) aveva scelto di sfoderare un tridente davvero offensivo con Ciano, Ciofani e Dionisi. Bastano pochi minuti per notare come in fase difensiva i padroni di casa si dispongano con un 5-2-1-2 in cui Ciano segue a uomo Scozzarella per poi, una volta riconquistata la sfera, proporsi tra le linee mentre gli esterni Matteo Ciofani e Beghetto si alzano all’altezza delle punte: questo mette in difficoltà il Parma che nelle prime battute soffre soprattutto la catena di destra dei giallazzurri capace di arrivare due volte sul fondo con azioni minacciose.

In attacco insomma il Frosinone si trasforma in un 3-2-1-4. Il gol arriva presto ma è una colossale papera di Frattali: su un tiro da 25 metri di Maiello il portiere crociato (un ex) si fa sfuggire la sfera che voleva agguantare in presa. Il Parma prova allora ad alzarsi un po’ ma fa molta fatica. Insigne va a cercarsi lo spazio centralmente alle spalle di Calaiò ma con scarsi risultati mentre sull’out sinistro della difesa Matteo Ciofani è sempre una locomotiva e costringe Di Gaudio a tenere una posizione di partenza assai arretrata. Al 21’ Frattali chiude lo specchio a Ciofani defilato sulla destra. Al 27’ per un dubbio fallo di Munari l’arbitra Nasca assegna una punizione dal limite sulla mattonella dello specialista Ciano, un cecchino che il Parma aveva cercato in estate sentendosi rispondere di no. Ciano sfrutta anche lo schema che vede tre compagni allungare la barriera per nascondere fino all’ultimo la palla al portiere e poi spedisce una parabola arcuata ma tesa sotto il sette alla sinistra di Frattali.

Al 27’ è già 2-0 e purtroppo il risultato rispecchia un divario imbarazzante tra le due squadre. Alla mezz’ora facendo fallo su Gagliolo s’infortuna Sammarco costretto a uscire e rimpiazzato dal ventenne ghanese Besea. Al 36’ Insigne costringe in corner Terranova e arriva così, ancora una volta su piazzato, il gol che dimezza le distanze. Scozzarella calcia basso e tagliato, la palla passa tra una selva di gambe e incoccia lo stinco di Maiello che infila la sua porta.

Chi ha gli anni per ricordarlo può riandare al gol dell’1-0 del Parma in casa della Juve nella sfida del ‘97 che profumava di scudetto prima del rigore del pareggio bianconero. Finisce un primo tempo tempo che ha visto il Parma per mezz’ora in enorme sofferenza, fisica e tattica.

Poi però l’uscita di Sammarco e il gollonzo su corner hanno lasciato la sensazione che l’inerzia della gara potesse cambiare, a patto che il Parma ritrovasse mordente e una adeguata fisicità. Già, perchè pur avendo un gol all’attivo, i crociati non hanno effettuato neanche una conclusione verso la porta avversaria...

In effetti il Parma inizia con ben altro piglio la ripresa e Bardi deve respingere prima una bordata di Scozzarella su punizone poi un bel tiro dal limite di Insigne sugli sviluppi di un corner. Per i primi 5’ si gioca solo nella metà campo dei laziali. Poi però ancora su corner Terranova di testa manda fuori di un soffio la palla del possibile 3-1. Comunque è il Parma che mena le danze e i padroni di casa stanno ben rintanati.

Scavone e Calaiò hanno rispettivamente sulla testa e sul sinistro buone occasioni che però non concretizzano. Le parti sono rovesciate e adesso è il Frosinone ad arrivare secondo sui palloni, subendo soprattutto la gamba di Insigne e Mazzocchi. Dopo Baraye entra anche Dezi e la pressione crociata diventa assedio. Ciofani ben servito da destra sfiora il 3-1 poi il Parma torna a farsi sotto. Al 36’ dentro anche Siligardi per Scavone con riassetto al 4-2-3-1. Ormai però la fiammata d’orgoglio del Parma si va esaurendo, le forze scemano e il Frosinone riesce a non soffrire più fino alla fine. Non bisognava illudersi prima, non bisogna deprimersi ora che il Parma è stato riassorbito nel gruppone. La serie B proporrà parecchi di questi «elastici» e le fasi che contano arriveranno a primavera. Certo è che dopo tre gare in cui il Parma era stato squadra per 90’ (e infatti le aveva vinte), proprio nella più difficile s’è perso una mezz’ora che è stata fatale. C’è qualche attenuante, tipo la papera del portiere e i dubbi sulla legittimità della punizione del 2-0, ma c’è anche da recitare un sonoro mea culpa e ripartire.

LE PAGELLE

FRATTALI 4,5

Tolta la gaffe iniziale, la partita è stata normale e con un paio di parate non banali. Ma quella topica ha complicato maledettamente la situazione e in presa diretta ci sarebbe da dire qualcosa anche sul secondo gol: la spinta c’era, forse con l’altro braccio...

MAZZOCCHI 6,5

Si conferma in un ottimo momento. Schierarlo contro il quotato tridente avversario è stato un’audacia ripagata da una prestazione intensa sia in fase difensiva, dove ha messo tutta l’attenzione richiesta, che soprattutto in quella offensiva, appoggiando nella ripresa le avanzate dei compagni. Alla fin fine il più positivo tra i crociati.

IACOPONI 6

La prestanza di Ciofani e Dionisi richiedeva un contributo di fisicità che lui mette sempre volentieri sul piatto. Nella prima mezz’ora la testa dev’essere girata anche a lui, ma poi s’è ripreso bene.

LUCARELLI 6

A un certo punto s’è rivolto a D’Aversa per cercare di imbastire le contrarie allo strapotere degli avversari che venivano giù incontenibili. Lui ci ha messo comunque un gran mestiere e anche il fisico ancora integro. Peccato perché poteva festeggiare meglio il traguardo delle 310 gare di campionato in maglia crociata (eguagliato Polli). Vorrà dire che la vera festa è rimandata a domenica a Cittadella, quando raggiungerà il primato in solitaria.

GAGLIOLO 6,5

Nel primo tempo ha ballato da matti, ma ovviamente la colpa non era tutta sua dato che si trovava spesso in inferiorità. Nella ripresa, come tutti i suoi compagni, è andato meglio e lodevolmente ha contribuito alla fase offensiva con diverse proiezioni.

MUNARI 5

Ha svolto un lavoro così oscuro che noi francamente non l’abbiamo visto. Per di più, fallo o non fallo, la sue entrata decisa al limite ha indotto l’arbitro a fischiare e da lì per Ciano è quasi come calciare un rigore.

DEZI S.V.

Entra quando la squadra ha ormai esaurito la carica e certo non la scuote.

SCOZZARELLA 6

Nel primo tempo la palla la vede passare, tranne quando calcia il corner dell’autogol. A proposito, ieri si sono scelte traiettorie basse ma sono parse comunque efficaci. Nella ripresa invece sale in cattedra e riprende a far girare la squadra da par suo, cercando anche la conclusione.

SCAVONE 5,5

Fin quando è stato in campo Sammarco ha sofferto come tutti gli altri. E’ venuto un po’ fuori ma ha sulla coscienza un gol di testa che avrebbe rappresentato il pareggio.

SILIGARDI S.V.

Subentra nel finale ma nel traffico non trova spazi.

INSIGNE 6,5

Con Mazzocchi è il più in forma e le sue accelerazioni sono state le uniche spine nel fianco per gli avversari. Pressa, allunga la squadra, cerca qualche spiraglio verso la porta. Non è bastato, ma lui ha fatto il suo.

CALAIÒ 5,5

Forse l’arbitro gli ha portato via qualcosa che gli andava, ma la prestazione è stata meno intensa del solito. Prima la squadra era troppo indietro, poi troppo schiacciata in avanti contro il bunker dei padroni di casa e lui non ha mai inciso.

DIGAUDIO 5

Una, dicasi una mezza serpentina delle sue e nient’altro, se non un pallone recuperato in ripiegamento difensivo. Visto com’è andata era forse meglio schierare un elemento più fresco.

BARAYE 6

Gioca 25’ in cui prova il dribbling, il tiro, il fraseggio stretto con i compagni. Insomma, si dà da fare per conquistare il pareggio ma non sempre con la dovuta precisione e lucidità.

ALL. D’AVERSA 5,5

Alla luce dei fatti non ha percepito che forse la squadra-base era stanca, probabilmente più nella testa che nelle gambe. Non si può andare in campo in quella maniera su un campo così tosto. Per mezz’ora non è riuscito a trovare le contrarie giuste poi, a parte le ormai abituali diavolerie sui piazzati, ha proposto nella ripresa un’altra squadra, ben più competitiva e incoraggiante. Che gli uomini fossero gli stessi del primo tempo dà da pensare: a noi ma probabilmente anche a lui...