Il nervo scoperto di una città insicura
Due filmati realizzati qualche giorno fa su un autobus in stazione, in cui si vede il mezzo pubblico preso d'assalto da un gruppo di stranieri e un autista malmenato, hanno scosso Parma e l'Italia. Su quanto accaduto ci sono versioni contrastanti, sulle quali spetterà ora alla procura fare chiarezza. Ma, al di là di ciò che potrà emergere, c'è un dato di fatto incontrovertibile: in quella zona si è ormai determinata una situazione di insicurezza e tensione non più accettabile e l'ultimo episodio non ha fatto altro che andare a toccare un nervo scoperto della città, rispetto al quale l'attenzione di tutti è comprensibilmente altissima. Come dimostrano anche le numerose prese di posizioni politiche e soprattutto la valanga di commenti arrivati via internet.
Quando accaduto ci dice anche un'altra cosa. Che, come al solito, a Parma si sottovaluta una situazione che va sempre più degenerando, quasi rifiutandosi di guardare in faccia la realtà e di affrontarla in modo sistematico e con strumenti e modalità adeguati. Lo dimostra il fatto che il capolinea delle corriere dietro lo scalo ferroviario, dove si è verificato l'episodio, non fosse presidiato, sebbene da tempo sia occupato da persone che creano problemi e manifestano atteggiamenti aggressivi e spregiudicati (come avviene anche sul lato opposto, in piazzale Dalla Chiesa).
Dunque, ancora una volta, sottovalutazione. Ma in fondo è quello che avviene regolarmente in tutta Italia, dove si aspetta sempre che ci sia un'emergenza prima di decidersi a intervenire, in genere quando la situazione è già sfuggita di mano e si può solo tentare di limitare i danni. È quello che si sta ripetendo anche nella nostra città, dove l'emergenza c'è ma ci si ostina a non vederla, e comunque la si affronta con strumenti non idonei. Negarla ora significa rassegnarsi a dover fare i conti con essa quando sarà ancora più grave e magari non più risolvibile. L'emergenza è quella di intere porzioni della città (strade, piazze, parchi) stabilmente in mano a persone che praticano alla luce del sole attività criminali; è quella di comportamenti sempre più sfacciati da parte di chi si sente invincibile e ormai conosce bene i limiti dovuti all'inadeguatezza, alla lentezza e perfino alla svogliatezza con cui spesso affrontiamo i problemi; ma è anche quella dell'eccessiva facilità con cui si tende a considerare come inevitabile la trasformazione (in peggio) di una realtà che cambia a vista d'occhio, fino a diventare irriconoscibile.
Qualche telecamera in più e occasionali blitz delle forze dell'ordine non risolveranno il problema. È la città, con i suoi cittadini e soprattutto con le autorità preposte, che deve riappropriarsi dei suoi spazi, ribellandosi ogni volta che divengono terra di nessuno, senza lasciare che le situazioni raggiungano il livello che stiamo constatando e di cui fatti come quello della stazione sono un drammatico esempio. Il sindaco ha parlato di «episodio intollerabile»: è vero, ma da troppo tempo in città vediamo situazioni non meno intollerabili, che non si riesce a debellare. Non c'era bisogno di aspettare l'aggressione in stazione per avere la prova che il limite è già stato ampiamente superato.
fbandini@gazzettadiparma.net