Quattro milioni spariti, promotore finanziario patteggia

Georgia Azzali

Facevano giri pazzeschi, quei soldi, ma poi ritornavano sempre nelle sue tasche. E in quelle di un pensionato suo complice. Ex promotore finanziario di Banca Fineco, parmigiano, in poco meno di nove anni avrebbe fatto sparire 3 milioni e 700mila euro di diversi clienti che gli avevano affidato i propri risparmi con la speranza di farli fruttare. Ieri, davanti al giudice Tosoni, F.B., 69 anni, ha patteggiato 1 anno e 11 mesi, oltre a 800 euro di multa, per appropriazione indebita aggravata e continuata. La pena è stata sospesa, quindi niente carcere, ma le somme sono state recuperate e sequestrate durante le indagini preliminari, coordinate dal pm Lucia Russo. Ad alcuni clienti sono già stati restituiti i soldi, mentre tutti gli altri dovranno attendere ancora. La posizione del pensionato - G.C., 74 anni, residente nel Reggiano - è stata infatti stralciata: l'uomo, accusato di ricettazione continuata e aggravata, ha deciso di affrontare il dibattimento, che prenderà il via il prossimo autunno davanti al giudice Agostini.

Decine le persone finite nel mirino del consulente finanziario, anche se non tutti sono stati identificati: in 13 si sono costituiti parte civile al processo. Già dal 2003-2004 il promotore si sarebbe dato da fare per creare il tesoro, andando avanti fino al 2012. Le sue vittime? Preferibilmente anziane e, in diversi casi, con conti cointestati a figli, coniugi o conviventi. Tutte conquistate da quel consulente così gentile, professionale e rassicurante. Si fidavano di lui. E hanno continuato per anni a farlo. C'era chi consegnava al consulente assegni in bianco, oppure con la dicitura «mio proprio»: di fatto, un via libera al promotore per fare di quei pezzi di carta ciò che desiderava. Secondo l'accusa, infatti, il controvalore di quegli assegni veniva poi versato da F.B. sui propri conti correnti e su quelli del pensionato. Non meno di 2 milioni la cifra complessiva che sarebbe transitata sui conti del 74enne reggiano. Che, però, continua a negare di aver stretto accordi con il promotore. A differenza del consulente, che ha deciso di patteggiare, ha scelto di affrontare il processo con rito ordinario. Ma per la procura quel capitale vertiginoso è assolutamente ingiustificabile, considerando che l'anziano può contare su una pensione da 1.800 euro al mese. E troppi, comunque, sarebbero i soldi arrivati sui suoi conti, anche ipotizzando investimenti super redditizi (e fortunati).

In particolare, il promotore si sarebbe appropriato di 2.700.000 euro, appartenenti a vari clienti, residenti tra Parma e provincia, facendo poi confluire circa 2 milioni su vari conti del pensionato, accesi in diversi istituti di credito, e il resto versandolo sui propri conti o comunque facendolo «sparire». Tutte persone beffate, a cui è stato possibile dare un nome. Ma l'inchiesta, grazie a una consulenza tecnica che ha ricostruito i percorsi degli assegni e i movimenti bancari, ha stabilito anche che altri 877.000 euro sarebbero arrivati illecitamente sui conti dei due imputati e ulteriori 190.000 euro su quello del pensionato. Denaro finito sui conti del consulente e del pensionato tramite versamenti in contanti o con assegni circolari. Da dove provenissero precisamente queste somme non è stato possibile accertarlo, ma - secondo la procura - comunque soldi «privi di giustificazione alla luce delle condizioni personali e delle attività da essi esercitate e pertanto ritenuti riferibili ad altri clienti allo stato non identificabili», si legge nel capo di imputazione.

Il promotore con diversi clienti. E il pensionato insospettabile. Un accordo, secondo la procura, che ha funzionato per anni. Fino alle prime denunce. Con l'avvio dell'inchiesta, che ha ricostruito le vie dei soldi e dell'inganno.