Raid in villa, cassaforte divelta

Laura Frugoni

Nessuna impronta, un colpo senza traccia. L'unica «scia» che hanno lasciato è l'odore acre di metallo bruciato: arrivava dalla cassaforte, letteralmente divelta e tagliata con un flessibile neanche fosse burro.

Non erano ladruncoli improvvisati: la banda che l'altro giorno si è intrufolata in una villetta monofamiliare di strada San Donato, periferia nord-est della città, sapeva come muoversi e doveva essersi studiata bene il piano «d'attacco».

La casa si trova nel primo tratto della strada, dove di movimento ce n'è parecchio (poco dopo la rotonda di Pittarello, a due passi ci sono negozi, parcheggi, una concessionaria di auto, una palestra) eppure in qualche modo sono riusciti ad essere invisibili.

Entrati in azione nel pomeriggio, accuratamente evitato l'ingresso principale della villetta, hanno fatto il giro sul retro: per entrare hanno forzato il telaio di una finestra. A quanto pare cercavano la cassaforte, nascosta da un armadio a muro in un locale al piano terra, dove si trova il garage e da cui si accede all'abitazione: tanto concentrati sul forziere, da non aver avuto nemmeno la tentazione di salire al piano di sopra, per cercare qualcosa da sgraffignare al volo.

Devono averci lavorato un po' per riuscire ad aprirla, ansiosi di mettere le mani su chissà quale tesoro. Si può immaginare la delusione, quando sono riusciti a squarciare il forziere: niente oro, né gioielli, all'interno erano custoditi solo alcuni documenti e una chiave, che i ladroni hanno provveduto a fare sparire.

Proprio quella sparizione ha preoccupato non poco la padrona di casa, che al rientro intorno alle 18 ha trovato la sua casa violata e ha lanciato l'sos alla polizia. La chiave rubata serviva ad aprire una cassetta di sicurezza custodita da una banca cittadina: è bastato avvertire immediatamente l'istituto di credito per avere le dovute rassicurazioni. Chiave resa immediatamente inservibile: dunque la banda del flex questa volta ha lavorato per niente. Una consolazione, sicuramente, anche se gli effetti collaterali lasciati in eredità da questi assalti sono sempre difficili da smaltire: segni visibili (i danni da riparare) e soprattutto invisibili (l'inquietudine, la paura).