Stazione, torna la paura

Laura Frugoni

Gli striscioni ripiegati e messi via, spente le fiaccole: quei cinquecento scesi in strada poche ore prima a invocare «più sicurezza» se n'erano andati a dormire da un pezzo, sognando un'alba migliore nel quartiere San Leonardo.

E invece. Proprio lì, dove poco prima la gente s'era radunata a manifestare, non appena la notte è sprofondata nel silenzio è ritornato l'orizzonte di sempre.

Ed è scattato un nuovo allarme: in via Monte Altissimo all'altezza del vecchio deposito di bici - a poche decine di metri dalla stazione - un uomo è stato picchiato brutalmente e rapinato da uno sconosciuto.

La chiamata al 113 è arrivata intorno alle tre. Trentacinque anni, residente a Parma, ai poliziotti racconterà di avere cenato da un amico e che stava andando a casa a piedi. Ci sta: una notte tiepida di settembre, una passeggiata sotto la luna. Quello che non ci sta è la fauna che gironzola e ciondola di notte, esclusiva frequentatrice di quello spicchio di città. Se va bene spacciano, se va male ci scappa la rapina: che in questo caso dev'essere stata particolarmente cruenta, a giudicare da come era ridotto il 35enne quando l'ha trovato la volante. Aveva una ferita lacerocontusa alla testa, un'ecchimosi sullo zigomo e varie abrasioni alle braccia.

L'uomo ha raccontato di essersi difeso ma proprio la sua reazione ha aumentato la pericolosità di chi gli stava di fronte. Giovane, africano: l'avrebbe prima avvicinato con la solita domanda: «hai qualche spicciolo?». Insistente: non mollava la presa. Finché dalla litania delle parole sarebbe passato direttamente alle vie di fatto, ossia ai calci e ai pugni. Poi il momento più delicato, quando l'energumeno ha rotto il «collo» di una bottiglia contro il muretto per farla diventare un coccio appuntito, un'arma. Sventolata sotto il naso del 35enne, minacciato di morte.

Nel «corpo a corpo» che n'è seguito l'extracomunitario l'ha colpito più volte alla testa e infine l'ha scaraventato a terra. Prima di scappare via in sella a una bicicletta, gli ha sfilato dalla tasca il telefono cellulare.

Questo il succo del racconto dell'uomo rapinato, che poi è stato soccorso da un'ambulanza del 118 che l'ha accompagnato al pronto soccorso dove gli sono state medicate le ferite (sette giorni di prognosi).

Intanto, nella zona intorno alla stazione si scatenava l'ennesima caccia all'uomo: l'impressione è che anche stavolta sarà dura. Non ci sarebbero testimoni e soprattutto quel tratto di via Monte Altissimo non è coperto dalle telecamere di sorveglianza, a differenza di piazzale Dalla Chiesa. A meno che il 35enne non sia riuscito a memorizzare qualche dettaglio prezioso del suo aggressore, l'identikit è quello «solito»: pelle scura, giovane, in bicicletta. Quanti ce ne sono in giro come lui?