Tarozzi spiega il Piacenza

Sandro Piovani

Andrea Tarozzi domenica scorsa era al «Garilli» per vedere all'opera il Piacenza, prossimo avversario del Parma negli ottavi dei play-off di Lega Pro. Lui, insieme a Marco Piccioni (il match analist del Parma), ha redatto la relazione sul Piacenza in vista della imminente doppia sfida. Un ottavo di finale che il Parma sta preparando in ogni minimo particolare, come si evince proprio dalle parole del primo collaboratore di Roberto D'Aversa. «Il Piacenza è una squadra molto equilibrata, di categoria - spiega subito Tarozzi -. Una squadra molto ordinata, aggressiva il giusto. Una squadra che può dare del filo da torcere a tutti. Ovvio che le nostre qualità tecniche sono migliori però hanno aggressività, motivazioni e atteggiamento. E in questo caso noi dobbiamo essere bravi a pareggiare questi aspetti. Solo così potremo avere qualche vantaggio, sennò sarà una partita molto complicata».

La partita secca col Como, con due risultati utili su tre, potrebbe aver condizionato l'impostazione del Piacenza?
«No, mi è sembrato che, avendo visto anche gare di campionato del Piacenza, lo stile di gioco è quello. Un gioco poco dispendioso quando è in possesso palla visto che davanti ha giocatori di un certo tipo: uno molto strutturato e uno molto rapido. Ecco perché si affidano a verticalizzazioni, anche con palla lunga. Sotto l'aspetto dell'organizzazione difensiva hanno buoni equilibri, quindi sia le partite di campionato che quella dei play-off sono state molto simili. Non credo che cambieranno».

Il sistema di gioco del Piacenza è il 3-5-2?
«Nell'ultima partita hanno giocato così. In alcune gare, ultimamente, avevano anche cambiato. Ma probabilmente domenica riproporranno quello schieramento lì. In ogni caso siamo arrivati ad un punto della stagione dove la nostra squadra può affrontare tutti i moduli. Abbiamo le contromisure per ogni situazione».

Sembra di capire che il Parma soprattutto dovrà bloccare le loro ripartenze sul nascere.
«Dovremo essere bravi a non concedergli grandi spazi. Probabilmente ci lasceranno il pallino del gioco e noi dovremo essere bravi a non concedere verticalizzazioni veloci. Dovremo cercare di concludere sempre l'azione. E qualche volta lasciare il pallone a loro potrebbe essere anche vantaggioso. Però fondamentale sarà l'atteggiamento. Dobbiamo giocare da provinciale: così si potrà andare avanti».

Giocare su due gare può condizionare?
«Nell'arco delle due partite i valori vengono fuori: noi dobbiamo fare la nostra partita, senza pensare al doppio confronto».

Come è stato il vostro lavoro?
«Col secondo posto abbiamo avuto una settimana in più, dove abbiamo pulito sia l'aspetto fisico che mentale, tenendo sempre alta la concentrazione. E in questa settimana ci siamo buttati completamente sul Piacenza, tattica e atteggiamento. Ci siamo concentrati molto su quello che potrebbe fare il Piacenza ma soprattutto su quello che possiamo fare noi».

Il Parma ha ritrovato anche una sorta di unità importante interna ma anche con i suoi tifosi. Potrebbe essere un altro passaggio determinante?
«Sappiamo che l'apporto dei tifosi è fondamentale. Lo è sempre stato. Inutile nasconderci, arrivavamo da un periodo di difficoltà dovuto a tanti fattori. E da queste situazioni non esce una squadra da sola o uno staff da solo o una tifoseria da sola e ci metto anche la stampa. Mi è piaciuto molto l'ambiente perché si è compattato in modo fantastico. E una mano forte ce l'hanno data i tifosi, con dei messaggi forti, di appartenenza. Non era così scontato uscire da quel percorso difficile. Il derby ci ha dato la spinta ulteriore per questo finale di stagione».