Una nuova arma per il decoro urbano: la squadra antigraffiti

Mariagrazia Manghi

La miglior cura? Prevenire. Vale anche per il degrado, la sporcizia, la corruzione delle superfici esposte al tempo e alla stupidità di improvvisati creativi.

Per questo a Parma, da circa un mese, è entrata in azione una speciale «unità antigraffiti», una realtà nuova, tutta parmigiana – pochissimi gli altri esempi in Italia - che ha il compito di pulire le zone più sensibili del centro storico. E lo fa utilizzando le nanotecnologie, cioè una nuova frontiera di prodotti che, una volta applicati sulle superfici, le protegge rendendole inattaccabili dallo sporco.

È BPure S.r.l.s. una giovane azienda, nata nel 2015 dall’ingegno di un figlio, Marco, 27 anni, laurea in management e specializzazione in green marketing all’Università di Parma, e l’esperienza di un padre, Stefano Bocelli. A loro il Comune ha dato l’appalto per aggredire i graffiti di oggi e di domani.

«Il nostro lavoro non solo pulisce, ma ripara e difende le superfici, allunga la vita agli oggetti e agli edifici - è Marco che spiega con semplici parole come la tecnologia che utilizza le molecole, cioè le micro particelle, riesca a cambiare l’universo macro – nella prima fase trattiamo le superfici deteriorate con solventi specifici a base di acqua, brevettati ed ecofriendly e una volta che sono tornate linde, procediamo applicando con pistole ad aria una nuvola di prodotto che si appoggia, entra nel primo strato delle strutture, creando un reticolo di polimeri di durata pluridecennale che non permetterà più allo sporco di entrare in contatto con il piano. In questa seconda fase sta la vera novità. La patina invisibile, impermeabile, tridimensionale impedirà a qualsiasi agente aggressivo, spray, vernice o colla, di ri-penetrare in profondità, permettendo così la successiva pulizia con spazzola dura e acqua calda, rispettando l’ambiente, senza utilizzare altro solvente».

Un risparmio immediato, ma anche in prospettiva. Fino ad oggi se era un muro ad essere aggredito si procedeva imbiancando nuovamente e a volte addirittura rimuovendo l’intonaco, con costi molto elevati. La pulizia poi non garantiva che qualche furbetto nottetempo non si ingegnasse a imbrattare di nuovo.

A Bpure è stato dato l’incarico di riportare al candore iniziale la facciata e i muri di Teatro Due, deturpati da scritte nere, le colonne di via Mazzini martoriate negli anni da strati di colla e manifesti che si sono sovrapposti, alcune aree dell’Oltretorrente, di via Kennedy, via D’Azeglio e l’ex Federale a San Lazzaro.

«Il nostro sogno è che questo primo approccio con le nanotecnologie sfati molti pregiudizi e apra una nuova strada già praticata in molti paesi evoluti – ci tiene a sottolineare Marco Bocelli, che proprio con questo progetto si era presentato all’amministrazione – pulire l’aria grazie alla luce, con un prodotto fotocatalitico che può essere applicato ovunque, che decompone gli agenti organici ed inorganici, le PM10, i virus. Semplicemente li disgrega, li fa cadere a terra inermi. Non è magia, ma è pura nanotecnologia. Parma potrebbe essere a prima città in Italia».