Uno scandalo sessuale nel passato del nuovo prete

Luca Pelagatti

Per parecchio tempo don Gregorio Vitali ha celebrato messa in solitudine. Il vescovo di Vigevano, infatti, aveva deciso che non potesse apparire in pubblico, che si dedicasse al silenzio e alla meditazione. Ora quel periodo di riflessione, evidentemente, si è concluso visto che il 73enne don Gregorio celebra messa a Roncole Verdi insieme al parroco titolare don Gianni Fratelli.

Detta così potrebbe sembrare una notizia buona per il bollettino della diocesi di Fidenza se non fosse per la stranezza di quel silenzio. E per i motivi per cui a don Gregorio è stata intimata la discrezione. Questo sacerdote, infatti, per un ventennio rettore del santuario della Bozzola di Garlasco nel pavese, è il protagonista di una torbida vicenda giudiziaria legata ad un caso di estorsione. Lui è la vittima, certo. Ma un ricatto per uno scandalo sessuale può creare non poco imbarazzo per il rettore di un santuario mariano.

«Sono cose del passato, io sono sereno - si limita a replicare don Gregorio dalla canonica della parrocchia di San Michele Arcangelo di Roncole, quella famosa per avere ascoltato i primi accordi del Verdi bambino. - Sono qui per aiutare don Gianni che dovendo seguire cinque parrocchie è in difficoltà. Lo affianco nelle attività pastorali, celebriamo le messe e ci siamo dovuti occupare anche di un paio di funerali». Insomma, l'ordinaria amministrazione di un uomo di chiesa. Ma il cui passato, inutile nasconderlo, nessuno dimentica. E che a molti non va giù.

«Occorre chiarire che don Vitali non ha ottenuto nessun incarico ufficiale da parte della diocesi di Fidenza - spiega il vescovo, monsignor Carlo Mazza. - La decisione di chiamarlo in supporto è venuto al parroco di Polesine che lo conosce visto che sono originari di due paesi vicini». Non solo: il vescovo di Fidenza, ormai sul punto di lasciare per raggiunti limiti di età, aggiunge che a confermare questa decisione sarà chiamato il suo successore. Insomma, il ruolo di don Gregorio è quello di dare una mano. Ma a qualcuno forse invece dà fastidio.

Tra i fedeli infatti è presto iniziata a circolare la voce di quanto accadde al santuario della Bozzola. Dove due romeni avevano deciso di arricchirsi minacciando uno scandalo e finendo per costringere don Vitali a precipitose dimissioni. I due, un 33enne disoccupato e un 22enne che campava rubando batterie usate, minacciavano di rendere pubbliche in tv, in particolare a «Le Iene», le registrazioni di telefonate di contenuto erotico e anche filmati (le prime sono state trovate, i secondi no) che coinvolgevano un sacerdote e un'altra persona vicino al santuario. In cambio chiedevano soldi, una montagna di soldi. Si parla di circa 150mila euro in parte tratti dal patrimonio della famiglia del rettore. Anche se qualcuno fece circolare il dubbio che parte della somma venisse dai fondi della struttura religiosa.

Quello che è certo è che alla fine la voce del ricatto arrivò ai carabinieri che prepararono la trappola: e i due estorsori, vestiti da preti, si presentarono in curia per ritirare altri soldi. Ma invece che un monsignore si trovarono davanti un maresciallo. E finirono in cella.

Questa il contesto in cui va inserita la figura di don Gregorio che, più volte, durante il processo che è ancora in corso, ammise di aver pagato per paura. Paura di vendette da parte dei due, paura di uno scandalo rovinoso per il santuario e, più grave, timore per un proprio coinvolgimento. Al processo, venne fuori che forse esistevano delle immagini del rettore in una situazione delicata e l'ammissione di «momenti di debolezza personale». Nulla di penalmente rilevante, sia chiaro, e don Vitali infatti resta solo la vittima nel procedimento. Ma esiste un diritto penale e un diritto canonico. E se nessuno, anche tra le autorità religiose, ha ritenuto di attivare procedure di sanzione per don Gregorio, resta comunque una vena di imbarazzo per una storia che continua a fare male. «Sono cose del passato», conclude don Gregorio. Vero, ma molti ricordano. E qualcuno, alle Roncole, vedendolo salire all'altare, scuote la testa.