Addio all'imprenditore Giuseppe Rodolfi

Con la scomparsa di Giuseppe Rodolfi, morto ieri a 90 anni, l'imprenditoria parmense perde uno dei suoi ultimi «padri nobili». Perché Rodolfi, titolare della «Rodolfi Mansueto» creata dal padre a inizio Novecento, è stato un esponente di quella generazione di industriali che nell'immediato dopoguerra è ripartita quasi da zero dopo le devastazioni create dal conflitto bellico ricostruendo il tessuto dell'industria agroalimentare e dell'impiantistica meccanica collegata che ancora oggi è parte fondamentale della nostra economia provinciale.

Ma il nome di Giuseppe Rodolfi è importante perché, dopo il suo ingresso in azienda nel 1945 a soli 18 anni, come racconta nell'intervista che riportiamo nelle pagine successive concessa pochi anni fa alla «Gazzetta», ha attraversato tutte le complesse fasi della trasformazione dell'industria della lavorazione del pomodoro, riuscendo ad adattare l'impresa di famiglia alle condizioni mutate e facendola arrivare fino ai nostri giorni, con la guida operativa passata ai figli.

UNA VITA PER L'AZIENDA

Si può davvero dire che la vita di Giuseppe Rodolfi sia ruotata attorno all'azienda di famiglia. E proprio il forte binomio tra azienda e famiglia è stata la «stella polare» del suo impegno imprenditoriale, prima a fianco del padre Mansueto e del fratello maggiore Lucio e quindi dei figli Aldo e Isabella che ne raccolgono l'ideale eredità. In Giuseppe Rodolfi si ritrovavano le due figure dell'imprenditore vecchio stampo, legato all'azienda da un rapporto quasi viscerale, e dell'innovatore, in grado di cogliere per tempo le trasformazioni del mercato.

L'«ORO ROSSO DI PARMA»

Giuseppe Rodolfi ha fin da subito compreso l'importanza del legame stretto esistente nel nostro territorio fra l'agricoltura e l'industria. E non a caso chiamava il pomodoro «l'oro rosso di Parma», proprio per il collegamento fra i terreni coltivati e la sua trasformazione. La Rodolfi è stata fra le prime industrie a richiedere un pomodoro di qualità agli agricoltori, per garantire uno standard produttivo sempre più elevato. Ma allo stesso tempo è stata anche capace di diversificare la produzione, passando dal solo concentrato di pomodoro alla creazione di sughi per la pasta e, soprattutto, alla celebre «Ortolina», un prodotto-simbolo che ancora oggi è di fatto inimitabile ed è stato fra i principali fautori della crescita della Rodolfi fino a diventare una delle principali imprese nazionali nel settore della trasformazione del pomodoro.

IL LEGAME COL TERRITORIO

Un altro «faro» dell'azione di Giuseppe Rodolfi è sempre stato quello dello strettissimo legame che l'impresa ha mantenuto con il proprio territorio di origine. L'ultimo esempio è stata l'acquisizione, pochi anni fa, della Von Felten, altra azienda storica del settore del nostro territorio, vista come un'opportunità di crescita e di diversificazione radicandosi ancor di più nel Parmense. Ma da Parma la Rodolfi ha saputo, con prodotti innovativi e con la garanzia di un marchio di qualità, anche il mercato nazionale e quelli esteri, vincendo anche la sfida della globalizzazione. E Giuseppe Rodolfi in questo è stato un punto fermo fino a pochissimo tempo fa. E sotto la sua guida l'azienda è cresciuta e si è consolidata, affrontando senza scossoni anche il ricambio generazionale. Rodolfi ha ricoperto numerosi incarichi associativi nell'ambito del settore agroalimentare e nel 2014 aveva ricevuto l'attestato di benemerenza civica per l'azienda dal comune di Parma ed era stato premiato anche dal comune di Collecchio, oltre ad essere insignito dell'onorificenza di commendatore della Repubblica. I funerali di Giuseppe Rodolfi, che lascia la moglie Giovanna e i figli Aldo, Isabella e Maria Virginia, si terranno domani pomeriggio nella chiesa di Ozzano, il paese sede dell'azienda e dove la Rodolfi ha lo stabilimento principale e ha sempre mantenuto le proprie radici.

r.c.

IL RICORDO

E' commosso il ricordo della figura di Giuseppe Rodolfi che viene tracciato dai vertici dell'Upi e dal nipote Massimo.

ALBERTO FIGNA (PRESIDENTE UNIONE INDUSTRIALI)

«Parlare di Giuseppe Rodolfi è un po' come ripercorrere la storia dell'industria alimentare parmense nel settore conserviero. Era molto amico di mio padre e anch'io l'ho conosciuto bene e ho avuto modo di apprezzarne le qualità umane, di persona garbata e dai modi cortesi, e di imprenditore, che ha saputo guidare la sua azienda con una visione imprenditoriale moderna. Va sottolineato che è stato forse il primo a differenziare il lavorato del pomodoro creando il marchio “Ortolina”, che ha rappresentato un'evoluzione rispetto al concentrato di pomodoro tradizionale. E' stato un pioniere, assieme a tanti altri come Marcello Mutti e Paolo Bocchi, ma allo stesso tempo ha anche guardato al futuro e ha lasciato l'azienda in buone mani, visto che i figli sono pienamente inseriti nella gestione. Con lui Parma perde un grande imprenditore che, non ho timore a dirlo, ha contribuito a fare grande la nostra città con il suo lavoro e le sue capacità».

CESARE AZZALI (DIRETTORE UNIONE INDUSTRIALI)

Giuseppe Rodolfi è sicuramente stato uno dei padri nobili dell'industria agroalimentare parmense. E in particolare è stato uno dei protagonisti della valorizzazione della trasformazione del pomodoro che non a caso lui definiva “l'oro rosso”. Ma con lui l'imprenditoria parmense perde anche una bella figura di gentiluomo e di persona attenta anche al contesto sociale dell'impresa che sicuramente rimpiangeremo. Rodolfi infatti era una persona che, anche nelle trattative più difficili e nei contesti più complessi, riusciva sempre a dare un contributo positivo. Era un uomo di unione e non di rottura e queste sue caratteristiche ha saputo portarle nella sua impresa, che grazie alle sue capacità ha attraversato e superato un periodo di profonda trasformazione del settore grazie a scelte lungimiranti che hanno posto la Rodolfi all'avanguardia. Era un riferimento solido e costruttivo per l'analisi dei problemi e il suo tratto da gentiluomo non gli impediva di saper prendere decisioni anche difficili nel momento giusto, visto che aveva sempre chiari gli obiettivi da raggiungere. E grazie a queste caratteristiche ha saputo creare ricchezza mantenendo anche saldo il legame della famiglia con l'impresa, nonostante le dimensioni accresciute nel tempo. Con Giuseppe Rodolfi ci lascia uno dei migliori testimoni del “saper fare” dell'imprenditoria parmense e un punto di riferimento importante».

MASSIMO GELATI (TITOLARE GRUPPO GELATI)

«Giuseppe Rodolfi era mio zio, ma è stato soprattutto una persona importante per la mia vita. E' stato lui a consigliarmi di iscrivermi a Ingegneria nel settore dell'impiantistica alimentare. E grazie al modello che rappresentava per me fin da piccolo, come imprenditorie e come uomo, ho scelto di avviare anch'io un'attività imprenditoriale, collegata al settore alimentare, anche se diversa per tipologia. Lo zio Giuseppe è stato un esempio anche per come, in tempi non certo facili, ha saputo mantenere saldo il legame tra l'azienda e la famiglia inserendo i figli e garantendo così la continuità».