Amianto, spunta anche in via Europa
Francesco Bandini
All'indomani della denuncia riportata dalla Gazzetta sulla presenza di amianto abbandonato nel greto del torrente Parma nella zona di Porporano e Alberi, cominciano a giungere altre segnalazioni di situazioni potenzialmente a rischio. Una, arrivata da un lettore, riguarda una zona molto più centrale, all'interno dei confini della città, ma che ha sempre a che fare con il corso d'acqua che attraversa Parma. Si tratta di via Europa, in quella porzione di area golenale che fino a una manciata di anni fa ospitava i campi da calcio del Milan club.
Dei terreni di gioco non c'è più traccia: l'area è stata abbandonata ormai da molto tempo. Ma sul posto sono rimasti alcuni prefabbricati che venivano usati dalla società sportiva come spogliatoi, uffici e bar a disposizione di soci e atleti. La zona era frequentemente soggetta a esondazioni del torrente, con la conseguenza che ogni volta i campi da gioco risultavano devastati. E così alla fine il Milan club aveva deciso di abbandonare quel sito così esposto ai capricci del meteo. Le baracche, però sono ancora lì, in area demaniale, in uno stato di totale fatiscenza. Ma la cosa più allarmante è che i tetti di quei prefabbricati sono chiaramente in amianto: passando sull'argine è possibile infatti vedere dall'alto tutta la zona e rendersi conto che, in quel punto, di eternit ce n'è ancora parecchio. Se sia o meno pericoloso è da verificare: dipende dallo stato di conservazione del materiale e dalla circostanza se con il tempo si sia o meno danneggiato, diventando friabile e quindi nocivo per la salute. Di sicuro, non è una presenza rassicurante.
Così come altrettanto certo è che lo stato dei luoghi è a dir poco penoso. Baracche completamente devastate, ricettacolo di rifiuti e sporcizia di ogni genere, con segni di sporadiche presenze umane, con ogni probabilità tossicodipendenti che scelgono quel luogo appartato come riparo di fortuna per assumere stupefacenti. Tutto intorno alle baracche, altri rifiuti e materiali inerti. A completare il quadro, la desolazione determinata da quei terreni che un tempo erano campi da calcio e che oggi sono lande ricoperte da vegetazione spontanea, dove solo la presenza delle vecchie porte da calcio seminascoste dalle erbacce testimonia che quello una volta era un posto vissuto e curato.
Ma più in generale qual è la situazione dell'amianto a Parma? Per quanto riguarda gli edifici privati, non esiste un censimento, anche se i fabbricati con eternit costruiti alcune decine di anni fa sono ancora tantissimi, sicuramente nell'ordine delle migliaia. Il materiale cancerogeno si concentra principalmente in tetti, tettoie, canne fumarie e tubature in generale, ma finché gli edifici non vengono ristrutturati o demoliti, o finché l'eternit non subisce rotture o non diventa friabile e quindi pericoloso, non c'è obbligo di bonifica. Alcuni Comuni, anche nel Parmense, hanno iniziato un censimento con foto aeree per individuare gli edifici con tetti in amianto, ma questo a Parma città non è ancora avvenuto.
Ciò che è invece disponibile è una mappatura degli edifici pubblici – o privati aperti al pubblico – in cui è stata censita la presenza di eternit. L'ultimo rapporto disponibile risale al 31 dicembre 2016 ed è stato redatto dall'assessorato alla Salute della Regione, sulla base dei piani di controllo attuati dall'Azienda Usl. Dalla mappatura emerge che in provincia di Parma sono diciotto gli edifici pubblici con presenza di materiali contenenti amianto. Di questi, sei sono situati nel comune di Parma: la parrocchia di Marore in via del Lazzaretto, gli spogliatoi di via Guastalla (sito non in uso), il mercato bestiame di via dei Mercati, i magazzini comunali del Parco Ducale (sito non aperto al pubblico), la piscina di via Zarotto e il bocciodromo di via Anselmi. In una classe di priorità di intervento che va da 1 a 5, quattro dei sei siti nel comune di Parma hanno priorità 2, due hanno priorità 5. I quattro con priorità 2 sono gli spogliatoi di via Guastalla (che però, come detto, non sono in uso), la parrocchia di Marore, il mercato bestiame e il bocciodromo. Per priorità 2 si intende che il materiale è friabile (quindi potenzialmente nocivo) e non confinato, in un sito accessibile, con utilizzo sia pubblico che non pubblico.
In realtà, presenza di amianto è accertata anche in alcuni altri edifici comunali, sui quali l'amministrazione sta da tempo intervenendo. «Stiamo accelerando la campagna di rimozione dell'amianto dalle scuole – spiega l'assessore ai Lavori pubblici Michele Alinovi – e lo stiamo togliendo anche da edifici sportivi e circoli. L'obiettivo è di eliminare entro la fine del mandato tutto l'amianto dagli edifici comunali».
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