«Beppe» Sanviti, signorilità e garbo
Lorenzo Sartorio
La mitezza, il garbo e la signorilità in persona. Giuseppe, per gli amici «Beppe», Sanviti, stimata figura di docente universitario della facoltà di Giurisprudenza del nostro Ateneo, è deceduto nei giorni scorsi all’età di 78 anni. Ne avrebbe compiuto 79 il prossimo 17 maggio. Nativo di Frassinello Monferrato, poiché il padre Tommaso, originario di Pellegrino Parmense, era medico condotto in quel paesino in provincia di Alessandria, giovanissimo, giunse a Parma con la famiglia in quanto il padre fu chiamato a svolgere la professione medica presso il reparto di Geriatria del nostro Ospedale. Dopo il liceo classico al «Romagnosi», si laureò brillantemente in Giurisprudenza presso la nostra Università dedicando tutta la vita all’insegnamento dapprima in alcuni istituti superiori come il «Melloni», il «Romagnosi», il «Paciolo» , l’Istituto Magistrale e poi, dal 1980, all’Università, come professore ordinario di Istituzioni di Diritto Pubblico a fianco del prof. Bassi. I principali filoni di ricerca di cui si occupò Sanviti riguardarono gli accordi nel diritto pubblico, i servizi pubblici, il governo locale, l’organizzazione dei ministeri, i rapporti fra amministrazione nazionale e la burocrazia comunitaria e mondiale. Ha inoltre presieduto ed è stato membro di varie commissioni relative a riforme sia dell’amministrazione centrale che di vari procedimenti amministrativi. Autore di numerose pubblicazioni, amatissimo dai suoi allievi, stimato dai colleghi per il suo stile di gentiluomo e di persona leale, Sanviti, incarnava proprio la figura dello studioso attento, scrupoloso e preciso. Fu consulente del giurista Sabino Cassese, ministro della Funzione Pubblica nel 1993 con il governo Ciampi. Uomo di profonda fede, era ministro dell’Eucarestia nella propria parrocchia di Maria Immacolata. Amava tantissimo lo studio, Beppe, i libri in genere e la ricerca che proseguì anche in pensione. Finchè la salute glielo ha consentito praticava sci e roccia essendo sempre stato affascinato dalla magia della montagna. Mentre da ragazzo praticò tennis sui campi della «Raquette». In città, invece, lo si poteva incontrare sempre in sella della sua inseparabile bici. Nel 1976 il felice matrimonio con Fabrizia Fossati, per anni direttrice dell’Orto Botanico, che contribuì a rilanciare sotto il profilo scientifico. Era legatissimo alla moglie, ai figli Paolo, ingegnere elettronico, e Marco avvocato, come pure alle sorelle Maria ed Angela. Impegnato politicamente nella Dc a fianco dell’onorevole Andrea Borri, si distinse anche in questo settore per il rigore e la passione con cui esaminava le varie proposte ed i vari progetti a favore della città. I funerali si svolgeranno oggi alle 14 presso la chiesa di Maria Immacolata (via Casa Bianca) indi per il cimitero di Marore.