Bob Sinclar: «Grazie Parma»
Pietro Razzini
Il pubblico che lo applaude, la musica che pompa nelle casse, i fianchi delle ballerine che si muovono senza sosta. E lui in consolle: personalità imponente, occhi di ghiaccio capaci però di trasmettere tante emozioni, sorriso che sorge spontaneo nel vedere la folla che lo segue. E’ un Bob Sinclar che ha stretto un forte legame con la nostra città nella notte di venerdì quando, alla Villa degli Angeli, ha inaugurato la prima tappa di un tour che lo porterà in giro per l’Italia durante tutta l’estate.
Quanto è importante la musica nella sua vita?
«La musica non è importante nella mia vita. La musica è la mia vita. Io vivo per la musica, quotidianamente. Per sentirmi bene, ho bisogno di ascoltare ogni giorno note in sequenza. E’ come dormire, mangiare, fare sport: è parte di me»
Lei è un sex symbol per le ragazze e un esempio per tanti ragazzi: che messaggio si sente di inviare loro?
«E’ un messaggio di amicizia quello che voglio mandare. Andate a divertirvi nei locali, la notte. Ballate, ridete, ascoltate musica. Ma organizzatevi sempre: se vi muovete in un gruppo, deve esserci sempre qualcuno con un tasso alcolemico pari a zero. E’ lui che dovrà portare a casa tutti gli altri. E’ indispensabile fare attenzione, essere prudenti. La vita è soltanto una».
In effetti, il mondo della notte non ha una grande reputazione, purtroppo.
«E’ un mondo spesso associato alla droga, alle sigaretta, ai superalcolici. Ci sono tanti giornalisti che mi chiedono di parlare dei rave party, di come si spaccia la droga. Mi chiedono come faccia a restare sveglio tutto quel tempo durante le ore notturne. Io rispondo che è come giocare a tennis per tante ore con un amico: se si è ben allenati, se si ha una corretta alimentazione, se si ha un buon stile di vita, è possibile tenere questi ritmi. Io non bevo, non fumo e non prendo droghe. Mi vedete: sono qui. E quindi dico: è possibile».
Dopo tanti anni di carriera ad altissimo livello, le suscita ancora sensazioni positive vedere arene piene di gente che balla la sua musica?
«Mi emoziona tantissimo, sono sincero. Io sono solito dire che mi piace tenere un piede in consolle e un piede nel dance floor. Sento le vibrazioni della gente. Mi carico con esse: cerco di dare tutta l’energia che ho in corpo e, in risposta, ricevo quella che mi dà la pista. E’ uno scambio reciproco».
Produttore e deejay: a questo punto del suo percorso, cosa la diverte maggiormente?
«Le due cose si muovono contemporaneamente. Impossibile dividere l’una dall’altra. Se mettessi solo dischi in consolle, dopo un po’, sarebbe noioso. Fare della creazione in studio e trovare le migliori soluzioni che possano fare divertire la gente, mi completa».
Cosa può dire della nostra città?
«Non conosco Parma ma conosco la fama che ha. E’ la capitale della food valley: conosco il suo formaggio, il suo prosciutto. Questa sera, prima di venire qui, ho mangiato divinamente».
Pur essendo di nazionalità francese, so che le piace molto l’Italia?
«Assolutamente si: è un Paese incredibile. L’Italia mi vuole bene. Me ne rendo conto spesso. Mi accoglie sempre in maniera calorosa. Vi faccio solo un esempio: quando esce un mio nuovo singolo, tutte le radio mi invitano per presentare il mio lavoro. Anche se non propongono il mio genere musicale, tengo tantissimo alla mia presenza».
Non è così in Francia?
«C’è un detto famoso che dice: nessuno è profeta in patria. In Francia mi vogliono bene ma in Italia è diverso. Io mi sento un po’ italiano, nonostante sia uno straniero, perchè mi fate sentire a casa quando sono qui».