D'Aversa: «Un Parma che farà strada»

PINZOLO

DAL NOSTRO INVIATO

Sandro Piovani

Il pullman del Parma attraversa le strette vie di Pinzolo, destinazione Collecchio. Il Parma torna nella sua casa, dopo due settimane di ritiro. Ieri Collecchio ha accolto l'ultima parte della preparazione dei crociati: oggi, domani e sabato mattina ancora tutti insieme. Domenica il debutto in Coppa Italia (a Bari, alle 21,15). Poi due giorni di riposo. E si ripartirà con la normale preparazione settimanale, sino all'inizio del campionato). Roberto D'Aversa controlla i suoi giocatori che salgono sul pullman. E sorride. Non troppo, però. O almeno prova a non farsi “beccare”. E intanto ripensa a queste due settimane passate a Pinzolo. «Il ritiro è andato bene. Non ci sono stati intoppi particolari, nonostante la squadra abbia lavorato molto e duramente. Questo sia sotto l'aspetto fisico che tecnico».

Un ritiro come questo che peso ha nella nascita di una squadra come il Parma?

«Avevamo preventivato di partire più tardi rispetto alle altre squadre, visto che abbiamo partecipato ai play-off. Nonostante ci fossero tanti giocatori, ieri ad esempio abbiamo chiuso con 30 giocatori di movimento, escluso i portieri, devo dire che i ragazzi mi hanno dato soddisfazione perché si sono impegnati senza nessuna remora. Sia quelli che sono consapevoli di poter andare via, sia i nuovi arrivati, sia quelli che rimarranno per tutta la stagione».

Seguendo gli allenamenti in ritiro, si ha la sensazione che la squadra sia molto coinvolta nel lavoro che fate.

«In effetti è quello che hanno dimostrato in queste due settimane di lavoro. Credo che per raggiungere qualsiasi obbiettivo, si debba parlare sempre di gruppo. Nonostante gli arrivi a singhiozzo. Questo è un gran punto di partenza».

Parlando di calcio, il Parma è ripartito da quel 4-3-3 che lo ha portato in serie B.

«Credo che principalmente dobbiamo lavorare su questo sistema di gioco. Per caratteristiche dei giocatori che ho a disposizione e per il mercato importante che hanno fatto la proprietà e il direttore (Faggiano ndr). Chiaro che poi, come l'anno scorso, mi piace avere una squadra che si possa anche adattare al sistema di gioco degli avversari e quindi che possa anche cambiare a seconda dei momenti della partita».

Intanto l'inizio ufficiale della stagione è imminente. Come ci arriva il Parma?

«Andiamo a Bari, per affrontare una partita importante contro una squadra che ha un blasone importante come il nostro. Il Bari è tre anni che cerca di fare un passo avanti. Loro sono partiti prima e possono essere più pimpanti rispetto a noi, ma credo che ci sia un aspetto motivazionale che può far sì che questo gap non si veda poi in partita domenica sera».

Come giudica il mercato del Parma sino ad ora? C'è sintonia con il club?

«Certo, avevo già dichiarato di avere molta fiducia sia nel direttore che nella proprietà. E quello che è stato fatto sino ad ora lo conferma. Sono molto soddisfatto perché tutti i giocatori presi rispecchiano le caratteristiche di cui avevamo bisogno».

Un motivo di responsabilità in più per lei?

«Credo che nella condivisione della costruzione della squadra, ci siano una unità d'intenti tra allenatore e direttore sportivo. Un tecnico fa una lista di giocatori soprattutto per far capire le caratteristiche, le tipologie di calciatori di cui ha bisogno. E poco importa se non si prende il primo nome. Io sono molto contento del mercato, perché il direttore ha centrato tutti gli obbiettivi che avevo chiesto».

E quest'anno lei parte al fianco del Parma, sin dall'inizio della stagione.

«Si riparte dal finale del campionato scorso. Partire dalla preparazione può dare un vantaggio in più sulla convinzione e sulla fluidità del gioco. Perché si lavora sull'aspetto tattico, tutti insieme».

Qui tutti dicono di aspettare gara dopo gara e poi si vedrà. Ma sia quello che chiedono i tifosi...

«Dobbiamo essere pronti e bravi ma anche equilibrati per tutto l'anno. Senza pressioni: abbiamo visto l'anno scorso che, quando sono arrivate certe pressioni, abbiamo avuto un po' di difficoltà. Mi sembra che qualche squadra più favorita di noi, ci sia. Come le retrocesse, che hanno un organico da serie A. Poi il Frosinone. Ma questo non vuol dire porsi dei limiti. Dobbiamo lavorare settimana dopo settimana, partita dopo partita. Poi si vedrà. Cercando di fare il massimo. E alla fine si vedrà dove saremo arrivati».

Qual è la composizione ideale, per lei, di una rosa che deve affrontare la serie B?

«Ho chiesto di avere una rosa composta da due giocatori per ruolo e din qualche reparto averne uno o due in più che si possano adattare in più ruoli. Sennò, tra squalifiche e infortuni, si rischia di essere corti. Tutti per me sono titolari e questo comporta una competizione positiva tra loro. Allenamenti intensi e poi farò le mie scelte».

Cosa si sente di dire ai tifosi del Parma?

«Di continuare come l'anno scorso. Perché ho visto un senso di appartenenza, un seguito nei confronti della squadra che raramente avevo visto. E di farci sentire il loro appoggio anche nei momenti di difficoltà, che spero siano pochi».

E chi gioca contro il Parma darà qualcosa in più, come accadeva nella passata stagione?

«Certo. Chiaro che quest'anno ci sono altre società importanti in B. Ma la nostra storia non ce l'ha nessuno. Il nostro blasone è unico: siamo uno di quei club contro il quale tutti cercheranno di fare bella figura».

Per D'Aversa che cosa significa questa stagione?

«E' fondamentale. Per me personalmente perché quando ho accettato Parma, non ho considerato né la categoria né la posizione in classifica. Ho accettato Parma perché mi auguro di poter crescere insieme a questo club, per riportarlo dove merita. Pur non parlando di obbiettivi, credo che la serie B non appartena a questa squadra, a questo club, ai suoi tifosi e alla città».