Giacomo 29 anni Martino 42: le storie dei nuovi sacerdoti parmigiani
Giacomo Guerra è un parmigiano di 29 anni laureato in Lettere, proveniente dalla parrocchia di Porporano. E’ entrato in Seminario a 23 anni, Guerra, ed è il fratello dell’assessore alla Cultura Michele Guerra.
«Il momento in cui ho deciso di entrare è stato al terzo anno di Università – ricorda - ho frequentato due anni di Propedeutica in Seminario per verificare la mia vocazione e poi ho iniziato questo cammino».
Giacomo desiderava da sempre diventare prete. «Ricordo – sottolinea - che quando frequentavo la scuola elementare La Salle e la maestra mi chiedeva cosa volessi fare da grande, rispondevo che volevo farmi prete. In quegli anni, mio nonno mi aveva regalato una Bibbia e così ho iniziato a leggere il Vangelo e le Sacre Scritture fin da piccolo».
Fondamentale anche il ruolo giocato dall’allora parroco don Enore Azzali, dall’attuale don Flavio Bedodi, e dalla maestra Rossana. «Ho sempre detto di voler portare Gesù a chi non lo conosce – prosegue - inizialmente pensavo di diventare missionario, poi col tempo, ho sentito forte la chiamata in diocesi, consapevole che anche Parma è diventata ormai terra di missione».
Negli ultimi mesi i due diaconi sono stati impegnati nel servizio di Pastorale Vocazionale del Seminario. A questo servizio si è aggiunto quello nella parrocchia di origine. «Da diacono puoi fare la predica – sottolinea Guerra -. Si tratta di un'esperienza molto bella che ci ha responsabilizzato nel vivere in modo autentico il rapporto con la parola di Dio per poterla comunicare agli altri». Grande la gioia e l’emozione per la conclusione del cammino in Seminario. «Provo una grande gioia, profonda, non superficiale – dichiara don Guerra - e anche un'emozione profonda per l’ormai prossima ordinazione e per le prime celebrazioni che potrò presiedere nella mia parrocchia di origine».
L’ultimo grazie va alla «famiglia» del Seminario e a tutte le persone che hanno fatto sentire l'affetto e la vicinanza ai due futuri sacerdoti. «Ci sentiamo abbracciati da tutti» conclude.
Verdelli
Martino Maria Verdelli, 42 anni, è parmigiano e arriva dalla parrocchia delle Sacre Stimmate (quartiere Montanara).
Dopo i liceo classico Maria Luigia, ha frequentato la Scuola di teatro di Bologna «Galante Garrone» lavorando quindi come regista, attore, adattatore e impresario teatrale. Martino Maria Verdelli dentro se stesso, ha sempre provato un desiderio «speciale» verso la fede e verso Dio. «Quando ero bambino – racconta - giravo per casa parlando tra me e me di Gesù, cercando di convincere qualcuno della sua esistenza».
«In seconda media – continua - mi sono sentito chiamato leggendo “Le confessioni” di Sant’Agostino. Il tema di Dio continuava a interrogarmi». Negli anni dell’adolescenza Martino ha abbandonato una vita cristiana vissuta e si è concentrato sulla propria formazione: il liceo, l’accademia teatrale e quindi il lavoro come regista, attore, adattatore e scenografo.
«Dopo un cammino ricco di molte esperienze, in un primo momento ho deciso di entrare in convento e di intraprendere un percorso di formazione religiosa nei frati francescani – racconta - ma prima di giungere alla Professione solenne ho capito che la mia vocazione era quella di essere semplicemente sacerdote; così ho deciso di non rinnovare i voti e, successivamente, di entrare nel Seminario diocesano per proseguire e ultimare gli studi teologici».
Negli ultimi mesi i due diaconi sono stati impegnati nel servizio di Pastorale Vocazionale del Seminario, girando tra le parrocchie della Diocesi e dialogando con i giovani.
«Se solleciti i ragazzi – dichiara Martino - scopri che in loro c’è un grande desiderio di Dio. E’ stato molto bello per noi essere sorpresi nel cogliere la bellezza di questo desiderio». I due seminaristi hanno concluso gli esami del sesto anno di studi in teologia allo Studentato Teologico di Reggio Emilia e ora stanno lavorando alla tesi. «Ho un grande desiderio di spendermi per servire la Chiesa di Parma come presbitero (prete ndr) – dichiara Verdelli - Provo anche un senso di gratitudine verso Dio per averci guidati fino a qui e per quello che ha compiuto nelle nostre vite».