Giovane rapinato al Postamat, arrestato lo Smilzo
Roberto Longoni
Erano in due, la notte dell'agguato davanti alle Poste di via Pastrengo. Uno tarchiato, spesso di braccia e collo, armato di pistola; l'altro alto e magro. Insieme aggredirono un giovane che aveva appena fatto bancomat: lo spedirono all'ospedale a calci e pugni. Ed erano ancora in due, 4 giorni dopo, ad assaltare la farmacia di Tabiano, per poi fuggire su un'auto rubata. Cinque anni di meno di Carlos Banabas Ehiabhi, armato delle nude mani e della stessa ferocia del presunto complice, anche Mavis Edosa è stato arrestato per le scorribande parmigiane. Se il primo è Toro scatenato, il secondo è lo Smilzo. Sbarcato da un gommone come Ehiabhi (e a sua volta ospite del Belpaese per motivi umanitari) s'è messo a percorrere a lunghe falcate la terra promessa, calpestando leggi. Ora è in carcere a Matera. Non sono bastati i chilometri messi tra sé e Parma per far cadere nel dimenticatoio le sue gesta.
Un ricordo è vivo soprattutto nella memoria del 29enne che ebbe un incontro ravvicinato con i due nigeriani, la sera del 14 giugno scorso. Erano da poco trascorse le 23, quando il giovane s'accostò allo sportello automatico delle Poste. Vedendo due ragazzi aggirarsi con fare sospetto attorno alla propria auto, il 29enne decise di lasciar perdere il prelievo e di tornare sui propri passi, per tornare a bordo. Ma tra sé e la portiera trovò uno dei due. Alla richiesta di spostarsi, il tizio reagì facendo un passo avanti e sfoderando un ghigno di minaccia. «Dammi i soldi che hai ritirato» intimò. Lui rispose d'aver fatto solo un estratto conto.
Seguì una gragnola di calci e pugni. Colpito, strattonato e scaraventato a terra, il giovane provò a resistere, ma alla fine dovette svuotare le tasche. All'interno c'erano solo 15 euro. Fu a quel punto che entrò in scena la pistola: uno dei due (non è chiaro chi) la puntò contro lo stomaco del 29enne. Il giovane fu costretto a consegnare il cellulare e a effettuare un prelievo di 100 euro. Ottenuti i soldi, i due scagliarono a terra il telefonino, per poi fuggire a piedi.
Dietro di sé lasciarono la vittima dell'assalto dolorante, coperta di ecchimosi (al giovane i medici del Maggiore avrebbero stilato una prognosi di otto giorni) e con la maglietta stracciata. Scattò l'allarme. Intervennero le «pantere» della Squadra volante e gli investigatori dell'Antirapine della Squadra mobile. Ma dei due non si trovò traccia. Sarebbero stati loro a farsi di nuovo vivi il 18 giugno, a una trentina chilometri da via Pastrengo, con una rapina alla farmacia Cuoghi di Tabiano. Un assalto preceduto da un furto in un albergo della zona (da dove erano fuggiti con un computer e assegni).
Il mattino di quel giorno, sempre secondo gli investigatori, Edosa e Ehiabhi entrarono con la pistola in pugno nella farmacia. Minacciati i presenti, ne uscirono con i 350 euro arraffati dalla cassa. Poi, la fuga. Di chilometri: a bordo di una Golf rubata poco prima a un macedone. Lui la voleva vendere, loro furono pronti a cogliere al volo una sua distrazione, per saltare a bordo e dare gas, lasciandolo a terra. I due ebbero anche il becco di ferro di chiamarlo, per chiedergli un riscatto di 2mila euro per l'auto.
Tempo cinque giorni, e le «cariche» di Toro scatenato sarebbero finite: per Ehiabhi scattarono le manette per la rapina al supermercato Picard di via Spezia. La cassiera non obbedì, entrò in scena un cliente, e il 31enne nigeriano se la diede a gambe a mani vuote. Fu raggiunto poco dopo dai poliziotti della Volante. Quel giorno, pare che abbia fatto tutto da solo. Ma la sua cattura fece partire il conto alla rovescia per l'ordinanza di custodia cautelare a carico del presunto «socio». Le investigatori dell'Antirapine cominciarono a mettere insieme tasselli su tasselli, fino ad arrivare a Edosa, «ospite» del carcere di Matera, dopo essere stato arrestato dai carabinieri di Salsomaggiore per la rapina in farmacia. Come, non è dato sapere: la Mobile mantiene un rigoroso riserbo sulla vicenda. Non si escludono sviluppi.