«Gli aggressori del tabaccaio non sono nostri ragazzi»

Chiara Pozzati

«Nessuna comunità di recupero seria manda i suoi ragazzi per strada, come sembra emergere dal violento episodio di via Mazzini. Sicuramente non quelle del nostro territorio, ecco perché invitiamo a chiamare immediatamente le forze dell’ordine nel momento in cui vengono menzionate Betania, l’Orizzonte o Lodesana di Fidenza. Nessuno di noi crede in questi metodi». Parola di don Luigi Valentini, vicario generale della Diocesi, fra i massimi esperti in questo campo.

Il sacerdote parla dopo il pestaggio del titolare della tabaccheria Mazzini, in pieno giorno e in pieno centro. Tutto per opera di tre aggressori di cui non si conoscono le generalità e tantomeno se effettivamente appartenga a una struttura. Certo è che chi davvero ha fatto del recupero di persone segnate da droga e alcol una missione, «non utilizzerebbe mai queste tecniche per autofinanziarsi», ribadisce il religioso, che a Marore ha costruito un crocevia di speranza.

La notizia deflagrata ieri ha sollevato un vero e proprio polverone e via Mazzini rimane col fiato sospeso, «nella speranza che le tanto sbandieriate telecamere di videosorveglianza possano individuare questi malviventi», come ripetono i commercianti del centro, che fanno quadrato attorno alla ricevitoria finita nel mirino. «In generale chiunque eserciti attività sul suolo pubblico è tenuto a comunicarlo al Comune, o a chiedere l’autorizzazione nel momento in cui viene occupata stabilmente una porzione di pubblica via», ricordano dal comando della polizia municipale. Ma non finisce qua: «L’atteggiamento tenuto dai tre – esclusa l’aggressione – potrebbe configurarsi come due tipi di reato. La tentata estorsione, o tentata truffa (se emergesse che il terzetto non appartiene ad alcuna comunità di recupero). Ma in tutti i modi esiste una violazione del regolamento di polizia urbana della nostra città. Perché avrebbero comunque infranto l’articolo 19».

Vediamo di cosa si tratta: «È vietato avere atteggiamenti e comportamenti fastidiosi, pericolosi o indecorosi nei confronti degli altri per l’elevato tono di voce, l’atteggiamento aggressivo o petulante o questuante o svolgendo attività di meretricio che causi disturbo alle persone impedendo, di fatto, la fruizione degli spazi da parte dei cittadini». Una violazione amministrativa, punita con una multa che varia dai 25 ai 500 euro.