Il sindaco contro i migranti: «Costano e non fanno niente»
Bianca Maria Sarti
«Rifiutano ancora i lavori socialmente utili e non c’è dialogo».
Il sindaco di Traversetolo Simone Dall’Orto torna ancora sul tema dell’accoglienza dei richiedenti asilo nella ex canonica di Vignale, gestita dalla Comunità di Betania, in cui vivono circa una ventina di giovani, perlopiù nordafricani.
All’inizio di ottobre Dall’Orto era intervenuto pubblicamente per lamentare lo scarso spirito collaborativo dei migranti, che non rispettavano gli accordi presi alla fine della scorsa primavera riguardanti l’impegno di una decina di profughi in lavori socialmente utili, affiancati da operai del Comune.
La convenzione, attivata a giugno, inizialmente era stata rispettata, ma col tempo è venuta meno.
«Ormai gli ospiti della ex canonica hanno smesso di dare una mano al Comune in lavori socialmente utili – dice il sindaco – oggi, a distanza di ormai due mesi dal mio primo appello a rispettare la convenzione stretta con la Comunità di Betania, non si è fatto vivo nessuno. Nessuno, inoltre, ha mai sottoposto all’Amministrazione un report semestrale o annuale sul Centro di accoglienza: ce lo aspetteremmo, dal momento che i richiedenti asilo abitano nel nostro territorio. Di recente, peraltro, è stato rinnovato l’accordo tra Regione, Forum del Terzo settore, sindacati, Cooperative sociali e Anci per l’impegno di profughi in lavori socialmente utili: l’hanno firmato l’assessore regionale al Welfare, Elisabetta Gualmini, e tutte le Prefetture dell’Emilia-Romagna. Eppure tutti gli impegni, a Traversetolo, sono stati disattesi, come ho da poco fatto presente anche al viceprefetto aggiunto Attilio Ubaldi durante un incontro con la Protezione Civile».
Per il sindaco, deciso a non gettare la spugna su questo fronte, si tratta di una questione di rispetto.
«Per due volte abbiamo teso la mano ai richiedenti asilo – spiega il primo cittadino – abbiamo voluto la convenzione e abbiamo fatto la nostra parte. Non sappiamo cos’altro fare. Questo silenzio rappresenta per me una grave mancanza di rispetto, anche dal punto di vista istituzionale. Ma noi continueremo a fare presente, anche in Prefettura, il problema della mancanza di dialogo con il Centro di accoglienza».
«Io devo rispondere ai miei cittadini – conclude Dall’Orto – e sapere che i profughi costano agli italiani circa 1000 euro al mese mi fa sentire impotente e offeso come sindaco, perché ho una fila di persone che purtroppo non riescono a trovare lavoro (per età, per la crisi o per disabilità certificate) e che per quella cifra mi assicurerebbero un paese pulito, curato e tirato a lucido. Purtroppo c’è chi arriva in Italia e si arroga solo i diritti senza rispetto per i doveri».