Le ragazze salvate dalla tratta

Luca Molinari

Sono 63 le prostitute uscite dalla «tratta» lo scorso anno, grazie ai servizi messi in campo dal Comune. Si tratta di straniere, in gran parte nigeriane, tutte giovanissime (poco più che ventenni). Entrare nella rete di protezione è il primo, enorme passo che devono compiere le ragazze. A sessant'anni dall'approvazione della legge Merlin che abolì le case chiuse, sono le ragazze spesso costrette a «battere» in strada, la frontiera più difficile della lotta alla prostituzione.

«La fase più delicata – spiega l’assessore al Welfare Laura Rossi – è quella di convincere le ragazze a uscire dal circuito della prostituzione. Spesso serve tempo perché la fiducia verso gli operatori non si costruisce velocemente e perché le ragazze, denunciando quanto subito, si espongono a rischi». Un altro momento delicato è l’attesa, spesso molto lunga, dei documenti. «A volte servono anche tre anni di attesa – sottolinea l’assessore – Si tratta di un periodo difficile, durante il quale le ragazze non possono uscire perché senza documenti non possono nemmeno partecipare a tirocini lavorativi. Per tentare di ovviare a questo problema nelle nostre case di accoglienza vengono realizzati dei progetti di formazione interni». Il Comune di Parma è stato uno dei primi ad aderire alla rete regionale «Oltre la strada».

All’interno del progetto, oltre alla messa in protezione, sono previste altre attività. Tra queste le uscite notturne e diurne dell’unità di strada. «Nel 2017 sono state effettuate 84 uscite, 44 notturne e 21 diurne, più altre 12 uscite di monitoraggio – precisa l’assessore – Sono state contattate 320 persone in strada, di cui 291 donne, 6 uomini e 23 transessuali con una età media intorno ai 20 anni. L’unità di strada offre inoltre la possibilità a queste persone di rivolgersi al drop-in dove vengono effettuati accompagnamenti soprattutto di tipo sanitario, ma anche di orientamento, per costruire un ponte verso i servizi».

Parma è inoltre la città capofila del progetto «Tratta», firmato con la Regione e la Prefettura, per intercettare le vittime. «Si tratta di un progetto che sta portando importanti risultati – prosegue Laura Rossi – che sarà replicato anche in altre città. Se si gestisce bene l’accoglienza determinati fenomeni vengono tenuti sotto controllo, ma per ottenere risultati devono impegnarsi tutte le città, altrimenti ricade su di noi la cattiva gestione di altri». Il problema della tratta non è nuovo. «Le prostitute nigeriane nella zona dell’Enza ci sono da decenni – conclude l’assessore Rossi -. Non è un problema nuovo, cambiano le modalità, ma il problema rimane. Purtroppo continueranno a esserci vittime fino a che non si affronterà il fenomeno a un livello più alto».

Quelle escort passate dalla via Emilia al web

Luca Pelagatti

Dimenticate le lanterne rosse, scordate i falò che fumavano lungo i viali in biancoenero. Ora i brividi proibiti sono freddi come la Rete. Il marciapiede è diventato virtuale. E per un tour tra le lucciole basta un mouse. Proprio come per fare spesa su Amazon.

Quelle che resistono a pestare i piedi negli angoli bui delle nostre strade sono ragazze africane che si svendono a prezzi di saldo o le ultime nella catena spietata del sesso a pagamento: tossiche, sfiorite matrone ormai fuori tempo massimo e qualche sbandata ragazzetta dell'Est. Tutte le altre si dividono tra letto e monitor. E il mercato più antico del mondo ha cambiato casa: si è trasferito dalla via Emilia al web.

Chissà cosa ne direbbe la senatrice Lina Merlin, volitiva partigiana chioggiotta, se avesse la possibilità di sbirciare oltre il velo del pc il mondo perduto che voleva salvare. E che invece non ha mai fatto così tanti affari.

Per capirlo basta fare un giro per le strade dopo il tramonto: le ragazze superstiti sui marciapiedi sono poche e smarrite. Quelle nelle bacheche virtuali una legione sorridente e siliconata che non usa giri di parole per invogliare la clientela. Tanto che è sufficiente digitare su Google le magiche parole «escort» e «Parma» per vedersi spalancare un mondo. S'intende, vietato ai minori.

Già, la senatrice socialista sarebbe amareggiata: e d'altra parte cosa potrebbe pensare vedendo le moine di queste giovani photoshoppate in pose acrobatiche che ammiccano definendosi come «disponibili e pazienti»? E per spiegarlo meglio le immagini non indugiano certo sul volto.

Fare un calcolo di quante siano è difficile. Ma non impossibile. E non serve essere un genio dell'informatica. Ogni giorno i siti più frequentati pubblicano qualche centinaio di annunci. E non parliamo dell'Italia intera. Ma solo di Parma e dintorni. Il resto lo fa il mercato: la pubblicità è l'anima del commercio e ogni annuncio fa a gara a promettere qualcosa di più torbido del precedente. Poi il business si segmenta per gusti e inclinazioni particolari: oltre alle tante «giovanissime trasgressive e bollenti» sono numerosi i trans. Per tacere delle specialiste in pelle e frustino, regine del sadomaso.

Ma tutto questo è lecito? No, anzi si. In Italia il reato di favoreggiamento della prostituzione non è mai stato cancellato ma ci sono fior di sentenze che sanciscono che pubblicare annunci, sia pure sfacciati, non può essere punito. Una specie di «tana libera tutti» che ha fatto esplodere un mercato che propone sempre nuove pagine gialle dell'amore mercenario, patinati database di ragazze tra cui scegliere con calma: un colpo di telefono e il gioco è fatto. Volti e nomi poi svelano l'origine esotica di quasi tutte le signorine mentre, e qui il razzismo non c'entra, quando si tratta di bellezze locali il dato viene enfatizzato: in un mondo di immigrate una «vera italiana» è destinata a fare sfracelli.

Ma siamo nell'epoca dei social. E delle pubbliche mogli si condivide non solo il talamo. La rete infatti ha creato anche altri siti che paiono Tripadvisor: ma non si recensiscono ristoranti e menu bensì amplessi e copule. Per farlo ci sono linguaggi in codice da iniziati e pure pagelle con tanto di stelline. Oltre che la vocazione ai proibiti abbracci si valuta però anche la facilità di parcheggio nei dintorni e la discrezione del palazzo.

Per comodità poi i siti segmentano anche la città in zone: e non c'è una strada di Parma che risulti sfornita del suo esercito di escort che, in alcuni casi, si presentano sotto la poco credibile maschera di massaggiatrici. In questo caso però, a bamboleggiare dalle foto sono quasi sempre vezzose con gli occhi a mandorla, esotiche bellezze cinesi che si definiscono sempre come «insaziabili e complete». In questo mondo poco autoironico significa che il massaggio non cura le contratture muscolari. Qualcuno di questi centri, in realtà, è stato chiuso da retate delle forze dell'ordina ma parliamo di episodi isolati, il numero delle vetrine schermate da paraventi color pastello e nomignoli da racconto di geishe continua a lievitare. E in alcune strade ci sono due centri concorrenti a poche decine di metri di distanza. Ma, lo abbiamo detto: l'offerta è infinita. Anche la domanda, è evidente, non conosce crisi.

«Non vedo l'ora di conoscerti. Solo per distinti ed educati», cinguetta nel suo annuncio Carolina che si definisce, con poca modestia, «vertiginosa». E' solo una delle tante. Ma ormai la senatrice Merlin avrebbe capito di avere davvero fallito.