«Stato di emergenza per il ponte di Casalmaggiore»
Cristian Calestani
«Come mai un ponte che, fino al giorno prima della chiusura, è stato aperto al passaggio dei tir, oggi non è più transitabile nemmeno in bici o in scooter? Questa situazione suscita i tanti dubbi dello scaricabarile. Ma, vista la gravità, prendersela con i politici rischia di essere uno sport da bar poco utile. Per questo è importante essere tutti uniti e fare pressioni insieme per il nostro ponte». Questo la presa di posizione di Italia Nostra Colorno e Bassa Est in merito ai noti disagi derivanti dalla chiusura del ponte sul Po tra Colorno e Casalmaggiore. «Ben consapevoli che le parole rischiano di essere la cosa meno utile nella situazione di crisi viabilistica, economica e sociale, data dalla chiusura improvvisa, ma per niente imprevedibile del ponte di Casalmaggiore - scrive Alberto Padovani, presidente di Italia Nostra - esprimiamo forte preoccupazione per l’esito negativo dei rilevamenti utili a verificare una possibile riapertura parziale del ponte. Ben lontana da risolvere i problemi strutturali di quello che ormai è un ponte a termine, la parziale riapertura ai mezzi leggeri avrebbe però consentito di affrontare l’emergenza attuale in modo meno disagevole e drammatico. Per chi? Per i lavoratori, per le famiglie, per l’economia delle industrie, del commercio e dell’artigianato locale. Persone costrette a duplicare o triplicare la durata e i costi dei trasporti ogni giorno. Con perdite considerevoli di opportunità per le loro attività. Quindi viene da chiedersi come mai un ponte che, fino al giorno prima, è stato aperto al passaggio di tir, dal 7 settembre 2017 non possa nemmeno permettere un senso unico alternato. Addirittura nemmeno il transito per biciclette, motorini e scooter. I dubbi di attivazione dello scaricabarile per mancata assunzione di responsabilità restano. Responsabilità, peraltro, clamorosamente mancate in fase di programmazione degli interventi di manutenzione del ponte stesso».
Dovendo rispettare le indicazioni dei tecnici, occorre molto concretamente studiare le alternative reali. «Attualmente la più praticabile - continua Italia Nostra - passa per il potenziamento del trasporto ferroviario, come già sottolineato dal Comitato Trenopontetangenziale che si è radunato mercoledì scorso a Casalmaggiore. Potenziamento e miglioramento qualitativo sono obiettivi fondamentali che Trenord dovrebbe perseguire in ogni caso, visto il pessimo servizio offerto. Oggi questi investimenti sono urgenti e imprescindibili. La navetta Casalmaggiore-Colorno deve avere una cadenza continua, tutti i giorni. Questa è un’opportunità per uno sviluppo di un settore in crisi da tempo. Un trasporto ferroviario migliore è un investimento importante a medio-lungo termine».
Quindi il passaggio conclusivo: «In generale c’è molta rabbia, giustificata, da parte della cittadinanza: però la situazione è talmente grave e bloccata che prendersela con i politici rischia di essere uno sport da bar, poco utile. La mancanza di visione politico-amministrativa sul tema è certamente sconfortante. Ma oggi è meglio svolgere un impegnativo ruolo da “sentinelle”, con una richiesta di impegno attivo e vigile, un ruolo pronto ad evidenziare ritardi, ma con una volontà di collaborare che superi le facili sentenze modello “leoni da tastiera”. I politici rappresentanti locali e nazionali hanno un compito di fondamentale interlocuzione col ministero per le Infrastrutture. È fondamentale verificare tutte le vie possibili per arrivare ad un riconoscimento dello “stato di emergenza”, utile per avere lavori più urgenti sul ponte attuale. E soprattutto per concentrare le risorse sul ponte nuovo, imprescindibile priorità. La mobilitazione dei cittadini - unita alla pressione istituzionale, politica e mediatica - può fare la differenza più di quanto si creda. Per questo è importante partecipare agli incontri promossi da istituzioni e comitati locali per tenersi aggiornati sull’evoluzione della situazione. Di fronte a questa situazione medievale, occorre trovare una risposta compatta da parte di tutti. Per ritornare a rendere questo territorio ancora degno, a livello di viabilità, di un Paese che vuole essere evoluto, in un contesto europeo. Nel 2017 non ci possiamo permettere a lungo un collegamento mancante tra Emilia Romagna e Lombardia, in una zona tra le più ricche e per altri aspetti evolute d’Italia».