Straniera picchiata in strada, rifiuta l'aiuto di un'anziana e scappa
Mara Varoli
Aggredita, strattonata e picchiata in strada da un connazionale. Senza pietà. Un fidanzato, un fratello sicuramente uno di «famiglia», anche se non dovrebbe esserlo, l'ha presa a schiaffi, fino a coricarla sull'asfalto. Tutto questo per toglierle il portafoglio, il guadagno di una giornata di lavoro o addirittura di un mese.
E' il tardo pomeriggio di lunedì e un'altra scena da film violento si consuma sotto gli occhi di gente non abituata a quei modi. Scene che non ti fanno dormire sonni tranquilli. Dopo l'auto impazzita che si «divertiva» a fare lo slalom tra le macchine parcheggiate, via Rubini, tra piazzale Santa Croce e viale dei Mille, è di nuovo teatro di uno sconvolgente spaccato fuori programma, in una zona che ha vissuto sempre nella tranquillità, di parmigiani che si conoscono da sempre, nonostante il viavai di studenti che da queste parti prendono casa in affitto per essere più vicini alle aule dell'ospedale Maggiore. Ma che però sanno stare al mondo.
Alle 18,30 sul muretto di via Rubini ci sono due adolescenti che con l'auricolare ascoltano un po' di musica tra una chiacchiera e l'altra, così come accadeva 30 anni fa: il ritrovo prima di cena per confessare la paura per un compito in classe o per il primo «filarino». Non distanti due anziane, che prima di chiudere le tapparelle per la notte fanno il punto sulla pentola che bolle o sull'ultima bolletta della luce. Intorno, c'è chi rientra dall'ufficio, chi porta il cane al parco di via Leporati e chi raggiunge l'auto per ritornarsene in campagna. Una routine «sporcata» da una scena che spiazza la «strada» e chi la vive ogni giorno. Anche chi è in casa non può fare a meno di affacciarsi alla finestra. Le urla rompono il silenzio. E' una bella ragazza africana: jeans stretti, scarpette, giacca nera corta e lunghi capelli a «spaghetto». Certamente è una parrucca, così come va di moda tra le donne di colore. Urla a più non posso, perché un ragazzo, anche lui africano e di bell'aspetto, piumino rosso e jeans, la strattona e sembra volerle toglierle la borsetta, che lei porta a tracolla. Non importa se la via è ancora viva di giovani, nonni e bambini, non importa se ci sono macchine che passano: la litigata continua e le grida della ragazza si fanno sempre più strazianti. Le parole non si comprendono, ma si capisce che i due sono intimi. A un certo punto, sembra che il ragazzo molli la presa, quando da via Rubini la coppia si spinge fino all'angolo con via Ferrari, ma poi la litigata riprende con più forza di prima. E volano sberle, le urla si fanno ancora più acute e nel tira e molla della borsetta i due finiscono a darsi botte per terra. C'è chi li richiama dalla finestra, chi minaccia di telefonare ai carabinieri, chi è al volante si ferma, ma prima che si possa intervenire accade l'imprevisto.
Il ragazzo di colore riesce a prendere i soldi nella borsetta e a scappare verso via Gramsci; la ragazza ancora a terra viene raggiunta da una delle signore anziane, che preoccupata raccomanda: «Povera ragazza, ha bisogno di aiuto. Aiutiamola». Ma l'anziana passo dopo passo è troppo lenta. E l'africana si rialza dall'asfalto con i capelli scompigliati, la giacca aperta e il ghigno furibondo ma anche sofferente di chi è stata appena «pestata». E, ignorando completamente la mano tesa dell'anziana, corre a gambe levate anche lei verso via Gramsci, senza dire nemmeno «grazie». Sta di fatto che non vuole nessuno aiuto, né tanto meno da un signora parmigiana di terza età.