Tullio Solenghi racconta Mozart
Francesca Ferrari
Un viaggio divertito e coinvolgente nella vita privata e pubblica di un genio indiscusso della musica classica. Si aprirà nel nome di Mozart, sabato alle 21.15, la ventiduesima edizione del Festival di Torrechiara Renata Tebaldi, che anche quest’anno si comporrà di cinque imperdibili appuntamenti settimanali (per info www.festivalditorrechiara.it).
Il cortile d’onore del meraviglioso castello quattrocentesco accoglierà, quindi, nella prima serata il concerto-spettacolo «Mittente: Wolfgang Amadé Mozart», lettura di alcune tra le più significative missive personali del grande compositore austriaco, che andrà ad intervallare con brio l’esecuzione musicale del “Divertimento in mi bemolle maggiore K. 563” da parte del Trio d’Archi di Firenze (Patrizia Bettotti, violino, Pierpaolo Ricci, viola, Lucio Labella Danzi, violoncello). A dar voce al racconto di eventi quotidiani, sperimentazioni estetiche e slanci emotivi che segnarono la vita di Mozart, sarà la brillante e versatile personalità artistica dell’attore Tullio Solenghi.
Che Mozart vedremo a Torrechiara: l’uomo appassionato o il compositore geniale?
«Si vedrà un Mozart a tutto tondo. Il personaggio storico è di per sé affascinante perché racchiude tutte le componenti: estro artistico, certo, ma si narra anche delle sue insicurezze, della scurrilità infantile, di scabrosità, difficoltà finanziarie e lavorative, e stralci che rimandano alla sfera più intima, amorosa e matrimoniale. L’umanità di Mozart accompagnata dalla sua stessa meravigliosa musica, quel “Divertimento” che è uno dei suoi ultimi capolavori e in cui si riassumono tante precedenti composizioni».
Musica sublime e recitazione giocata su ironia e facezie. Come è stato comporre questo vivace connubio?
«Quando Patrizia Bettotti mi ha fatto questa proposta, l’ho trovata subito interessante. Affiancare alla partitura musicale una narrazione che traesse vita dalle lettere dello stesso Mozart, mi è parsa una idea vincente. Ci siamo trovati d’accordo sul fatto di attingere all’epistolario mozartiano così da produrne un ritratto autentico, non compromesso da fantasie autoriali, attenendoci ai fatti che leggevamo in quegli scritti, in modo da restituire il rigore della musica. L’esito è una grande, divertente, precisa armonia d’insieme che poggia su questa attendibilità storica e artistica di partenza».
Che criterio di selezione avete seguito nella scelta delle lettere?
«Personalmente avevo già dimestichezza con il materiale perché anni fa avevo lavorato a un progetto su Mozart insieme a un gruppo teatrale genovese, dove interpretavo Salieri. Il criterio è stato quello di rendere il più possibile le molteplici sfaccettature della sua vita straordinaria, di tracciarne, attraverso i miei cinque interventi recitati, le tappe salienti».
Ancora un “Trio” dunque, seppur musicale, accostato al Suo nome. Una coincidenza che Le suscita quali pensieri?
«Il Trio che mi vide protagonista rimane come memoria storica ma in questo spettacolo non ve n’è traccia, seppur anche qui si giochi su un registro arguto e di grande energia. Indimenticabile resta, però, il fatto che proprio a luglio ricorre un anno dalla scomparsa di Anna Marchesini, e allora riaffiorano più vivi i ricordi. Siamo stati, con Massimo Lopez, un trio magico che ha contraddistinto un periodo stupendo nella storia della comicità italiana. La nostra amicizia è ancora così forte che ha ricementato il sodalizio artistico: sto, infatti, per debuttare con Massimo in un nuovo show a San Miniato. In un certo senso il Trio esiste ancora perché ci sentiamo di portare Anna con noi, ne ravviviamo in questo modo il suo ricordo, senza patetismo».
Ma a Lei piace la musica classica?
«Sì, ne sono un grande fruitore, soprattutto, di musica barocca, di Bach, Vivaldi, e spesso nei miei viaggi in auto mi appaga la sapienza del loro inestimabile talento. La musica è una componente essenziale nell’esistenza di ognuno, ancora di più in quella di un artista. La vita dell’attore ha bisogno di fare sponda su altri settori creativi e quello della musica è irrinunciabile».