Vecchi, il collezionista di carte di arance
Cristian Calestani
Sono di tanti colori e arrivano da mezzo mondo. Almeno una volta nella vita ognuno di noi le ha prese in mano ed osservate prima di «scartarle» per mangiare il frutto che contenevano. Sono le veline con cui un tempo, e in qualche caso ancora oggi, si ricoprivano arance e limoni. Aldo Vecchi – 71enne colornese, per anni macellaio alla ditta Fratelli Sassi di Colorno ed oggi in pensione – ha fatto di quei fazzoletti di carta leggera un oggetto di culto tanto da possederne oltre 20mila esemplari. La scintilla per il collezionismo scattò nel 1971 durante una vacanza a Lloret de mar in Spagna. Aldo insieme alla moglie Bruna Pissarotti – 68enne, camiciaia in pensione – vide due manifesti molto originali che pubblicizzavano due serate in discoteca. Li volle a tutti i costi ed oggi li conserva incorniciati. «Da quel momento – spiega – è iniziata la mia passione per la grafica che poi ho abbinato alla collezione dei cosiddetti scacchetti, ossia le carte veline che rivestono i frutti». Giorno dopo giorno Aldo, girando i mercati, ha iniziato a collezionarne tanti esemplari: tra essi anche gli involucri utilizzati come copricassetta. E così nei cataloghi, realizzati con la moglie, spuntano veline della Turchia e del Marocco, Paesi in cui ha avuto origine quest’«arte», e poi ancora della Sicilia e di Spagna, Argentina, Australia e Messico. A colpire sono soprattutto i colori vivaci e la grande cura con cui sono stati realizzati gli esemplari più antichi, risalenti anche a fine ‘800 quando le veline venivano dipinte a mano. Affascinanti da questo mondo anche Enzo Sellerio e Andrea Camilleri. Negli anni, guidato anche dai consigli dell’amico colornese Danilo Biacchi, Vecchi ha iniziato ad organizzare diverse mostre nel Nord Italia e in Svizzera. In questi giorni, sino al 12 marzo, i suoi scacchetti fanno bella mostra di sé alla galleria civica di arte contemporanea Muvi di Viadana aperta tutti i giorni dalle 16 alle 19.
«È una mostra di arte e costume – commenta il curatore Paolo Conti nella presentazione dell’esposizione -. Osservare gli scacchetti ravviva ricordi e nostalgie tra i più anziani e suscita curiosità tra i giovani per immagini inconsuete, espressione di una cultura popolare, agreste, trasferita su piccole pergamene dai colori vivaci e con immagini a volte pompose, altre volte ingenue». Da buon colornese doc Vecchi sogna di allestire una mostra anche nel suo paese d’origine. «Sarebbe bello pensare ad un’esposizione, magari coinvolgendo altri collezionisti del paese in alcune stanze della Reggia. E più in generale sono disposto a mettere a disposizione le mie veline anche in altri luoghi del Parmense per allestire esposizioni con le quali far conoscere quest’arte che si apprezza solo se la si vede dal vivo». L’interesse non manca. «I collezionisti che, come me, hanno più di 20mila veline sono una decina in tutt’Italia – racconta Vecchi - e a Monaco di Baviera un gruppo di emigranti italiani ha costituito il museo più grande d’Europa con oltre 90mila cartine. Sarebbe bello riuscire ad allestire un piccolo museo anche a Colorno». Nel frattempo la ricerca di Aldo e Bruna continua nella speranza di trovare altri esemplari unici, girando i mercatini.