Blitz nei centri massaggi, dalle tenutarie ai personaggi tuttofare: ecco i retroscena

GEORGIA AZZALI

Le escort d'alto bordo che si aggirano tra sofà e velluti? Sceneggiature di altri film. Alcuni dei centri massaggi finiti sotto sequestro avevano nomi che evocavano atmosfere incantate - «Fiori di loto», «Benessere rosa», «Dolce sogno» -, ma dentro era tutto molto più prosaico: ambienti spartani e in alcuni casi sporchi. Con tariffe, però, alla portata di tanti: poche decine di euro, non di più. In un caso, poi, la titolare (cinese) del centro era sulla soglia degli 80. Molto probabile che nessun cliente abbia mai incrociato il suo volto una volta varcato l'ingresso, perché la gerente era una connazionale con meno della metà dei suoi anni, ma il centro faceva capo a lei, all'arzilla (si spera) signora 78enne venuta dal lontano Oriente.

IL TUTTOFARE REGGIANO

Centri per massaggi. E per trattamenti anche di tutt'altro tipo. Una galassia che si estendeva dalla periferia alle zone semicentrali della città, oltre che in alcuni paesi della provincia, quasi completamente gestita da cinesi. Abituati a fare tutto da soli: a reclutare prostitute rigorosamente connazionali e a mandare avanti l'attività in autonomia. Con un'eccezione: tra i 34 denunciati, tutti indagati per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, oltre al nome di una brasiliana, titolare di un'attività in via Bandini, spicca quello di un unico italiano. Un 70enne reggiano che avrebbe fatto da braccio destro della titolare dell'«Angela Centro massaggi Tuina» di via Emilia Ovest 157. Era lui che scarrozzava la titolare da Reggio Emilia a Parma: la accompagnava al mattino e poi la riportava a casa alla fine della giornata di lavoro.

Ma il 70enne avrebbe avuto anche un compito di maggiore responsabilità. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori della compagnia della Guardia di finanza di Parma, coordinati dal pm Umberto Ausiello, si sarebbe occupato del trasferimento di parte dei guadagni dell'attività all'estero. Quattro le operazioni accertate dalle Fiamme gialle, tra luglio e settembre dello scorso anno. I destinatari? Persone rimaste ignote, ma tutti residenti in Cina.

LE MASSAGGIATRICI

E dal Paese dell'Estremo Oriente arrivava anche la maggior parte delle donne ingaggiate nei centri chiusi ieri mattina. Nessuna giovanissima: quasi tutte tra i 35 e i 40 anni, ma qualcuna anche cinquantenne. Firenze, Prato, Modena, Milano, Bergamo, oltre che Parma: le prostitute venivano reclutate in varie zone del Centro e del Nord Italia. Alcune avevano un regolare contratto di lavoro come operaie, ma c'era anche chi non aveva nulla di scritto e certificato, eppure passava molte ore tra quelle pareti dai colori pastello. Donne che, in diversi casi, oltre ad accogliere i clienti, stabilivano le tariffe e incassavano i soldi in base alle prestazioni concordate.

I CLIENTI TESTIMONI

Sono stati gli stessi avventori, in alcuni casi individuati dagli investigatori che si erano appostati fuori dai centri, a riconoscere i volti dei titolari e delle donne con cui avevano fatto sesso, oltre ai massaggi. «In estrema sintesi - scrive il gip Sara Micucci nell'ordinanza - le dichiarazioni dei clienti danno prova che all'interno... era svolta attività di meretricio da parte delle persone offese, sfruttate dalle titolari/gestrici». Che da almeno un anno e mezzo avrebbero fatto affari con tutt'altro tipo di massaggi.