Il duello finale fra Salvini e Berlusconi

Stefano Pileri

E’ difficile prevedere come andrà a finire la partita per l’elezione dei presidenti di Camera e Senato. Ma di certo ieri dentro il centrodestra si è consumata una spaccatura senza precedenti. La scelta di Matteo Salvini di far votare, al secondo scrutinio, l’esponente di Forza Italia Anna Maria Bernini è una mossa che ha spiazzato tutti. A cominciare da Silvio Berlusconi che sembrava intenzionato ad andare avanti sul nome di Paolo Romani e cercare di farlo passare al ballottaggio previsto per oggi, infischiandosene dei venti posti dal Movimento 5 Stelle. Calpestato non finisce solo il galateo politico che imporrebbe a un partito di non andare a scegliere apertamente un candidato in casa di un alleato. A finire in pezzi è l’alleanza Lega-Forza Italia.

E’ possibile che ci siano recuperi dell’ultima ora, che alla fine si trovi un’intesa sulla stessa Bernini o su un altro nome per la presidenza del Senato, ma non c’è dubbio che il centrodestra come lo conoscevamo non esiste più. Infatti il vero problema fra Forza Italia e la Lega non è di forme ma di sostanza.

Berlusconi sembrava essere riuscito a sabotare le prove di accordo fra Salvini e Di Maio che riguardavano in prima battuta l’elezione dei presidenti delle Camere ma lasciavano presagire un futuro governo Lega-M5S. Il Cavaliere, infilandosi nella trattativa, aveva scatenato la reazione dei Cinque stelle decisi a non immischiarsi con lui e pronti a respingere l’accordo sul nome di Romani con la «scusa» di una condanna per peculato legata all’uso di un telefonino. Berlusconi sembrava essere riuscito a tornare ancora una volta al centro della scena e a costringere Salvini ad adeguarsi alle sue scelte. Dopo aver stravinto la competizione elettorale con Forza Italia, il leader leghista non poteva però accettare di tornare a prendere ordini dal Cavaliere. E ha compiuto questa mossa che, non solo ai più sospettosi, suona come un tentativo di scalata di Forza Italia. E’ tutto da dimostrare che Salvini abbia davvero intenzione di governare con i Cinque stelle. I punti di contatto fra i programmi dei due partiti non mancano di certo, ma i rispettivi elettorati sono troppo diversi per digerire a lungo una simile alleanza. Di sicuro, però, il leader della Lega ha intenzione di conquistarsi il ruolo di capo assoluto del centrodestra senza alleati ingombranti come il Cavaliere.