«Mi chiamo Happy» l'ultimo viaggio di un Bull Terrier
«Di solito, come anche accade per tutti gli altri animali, un cane non parla, non scrive e non legge, ma io sono un eccezione. Sono un Bull Terrier e mi chiamo Happy, e vi vorrei raccontare la mia storia attraverso una specie di favola con ritornelli e filastrocche. Come per ogni essere vivente, la mia vita, è stata contrassegnata da momenti felici e dolorosi. Il ricordo più lieto è stato quando sono diventato parte della famiglia di Mia e Tobia, quello più triste quando ho dovuto abbandonarli perché la mia vita era terminata. Voi penserete, ma se Happy non c’è più come fa a parlare: ecco questa è una specie di magia, perché il ricordo rimane sempre anche se non sono più li con i miei cari e con voi».
E’ un amico a quattro zampe dolcissimo, Happy, un essere speciale, amorevole ed empatico, portavoce di tutti gli animali di compagnia entrati a far parte delle nostre famiglie.
E come tutti gli animali ad un certo punto se ne va, chiude i suoi occhi al mondo per attraversare il Ponte dell’Arcobaleno.
Maria Angela Gelati, scrittrice parmigiana, pubblica il suo ultimo libro che si intitola «Mi chiamo Happy» (Ed Mursia), strumento indispensabile per adulti e bambini costretti ad affrontare un lutto. Autrice di saggi e articoli, ideatrice e curatrice con Marco Pipitone della manifestazione «Il Rumore del lutto», Gelati, regala ai suoi lettori un libro (per adulti e bambini) nei quali narra la vita e il legame instaurato dal Bull Terrier con la famiglia d’accoglienza, sino all’ultimo saluto. Come si può superare e annullare tutto ciò che la morte ha portato via? Come riuscire a stemperare il dolore fino a trasformarlo in un album di ricordi e affetto? La scrittrice fornisce risposte esaurienti e rassicuranti attraverso la splendida avventura di Happy nella sua famiglia umana che grazie a lui viene formata alla vita facendo i conti anche con la morte, come spesso accade di fronte alla perdita dell’animale domestico che tanto si ama.
«Capisco che non sia facile, perché non lo è stato neppure per me comprendere il perché del morire, del lasciare per sempre coloro a cui vogliamo bene, la nostra casa, i giochi e le nostre cose, ma vi spiego un trucco per affrontare e superare la paura e la tristezza. Dovete pensare che qualsiasi preoccupazione o malinconia offuschi la mente può essere dissipata dalla luce e dai colori: quando si riesce a raccontare ai genitori, ai fratelli, agli amici, agli insegnanti e perché no, anche ai nostri amati animali ciò che ci fa stare male e ci preoccupa, la nuvola grigia del dolore viene cancellata da un arcobaleno splendente e meraviglioso, come quello che ho visto anch’io. Il vostro Happy».
Una favola, dunque, per comprendere il perché del morire e imparare il trucco per superare la tristezza.
«Tenendo laboratori di educazione alla morte, in varie scuola d’Italia, mi sono resa conta che non esisteva un testo di questo tipo che aiutasse i bambini ad elaborare il lutto partendo proprio dalla scomparsa dei loro animali – spiega Gelati -. Ho notato anche che molti genitori ed insegnanti si sentivano inadeguati nel trattare questo argomento delicato. Ho scritto dunque questo racconto al fine di aiutare i bambini a tramutare il senso di smarrimento e la perdita del loro adorato animale, stimolandoli ad interagire col libro».
Nelle pagine, infatti, il bimbo, diventerà protagonista incollando fotografie , scrivendo pensieri, facendo disegni.
«Quando si elabora il lutto si trasformano le lacrime in parole, le parole in azioni e le azioni in progetti di vita – conclude Gelati – quindi mi è sembrato giusto proporre al lettore delle azioni come il rituale di congedo, ricordando che con la perdita l’amore continua.».
Mi chiamo Happy
di Maria Angela Gelati
Mursia, pag. 94, 12,00