Beneficenza
«Concerto sotto l'albero»: Il Regio si accende di magia
Grande successo della serata benefica promossa da Enrica Valla
È un legame prezioso – invisibile ma perfettamente percettibile – quello che si è creato giovedì sera tra gli artisti sul palco e il pubblico del Teatro Regio. Perché il «Concerto sotto l’albero» è stata una vera magia: ha fatto dimenticare, anche se per poco, il periodo difficile trascorso e presente.
Il coraggio di Enrica Valla, presidente della Corale Verdi e dell’associazione Amici delle Piccole figlie (che ha organizzato l’evento con la collaborazione del Comune di Parma, Lions Club Maria Luigia e Federazione Cure Palliative), si può percepire dai particolari di un mondo della musica che è ancora in ripartenza: «Sono emozionatissima stasera – confida sul palco – vedere il teatro pieno è per noi un grande traguardo. Ho dovuto farmi coraggio, non è semplice organizzare un evento così in questo periodo di pandemia».
Tra le note musicali, anche quelle di solidarietà (i biglietti gratuiti potevano essere accompagnati da una donazione): «Un grande grazie – prosegue la Valla – va a voi, alla città. Grazie alla vostra generosità riusciremo ad aiutare ancora l’Hospice centro cure palliative». Sul palco, davanti ad un meraviglioso albero di Natale costituito da cento violini fatti a mano, si sono esibiti la Filarmonica dell’Opera italiana Bruno Bartoletti, la Corale Verdi con il maestro Claudio Cirelli, il direttore Andrea Chinaglia. Insieme alle voci del tenore Fabio Armiliato, il basso Massimiliano Catellani, il mezzosoprano Rossana Rinaldi e il soprano Chiara Mogini. Con maestria assoluta, gli artisti hanno regalato al pubblico parmigiano attimi commoventi, poi energici, poi solenni.
Rendendo la scaletta musicale un vero e proprio viaggio umano, omaggio ad un’emotività da alimentare costantemente, per fare sì che non si spenga. Spenti, invece, i cellulari. Usciti dalle tasche del pubblico solo per rubare per sempre al tempo qualche indimenticabile ricordo. Si è ritornati ad una dimensione di contatto – seppur nella distanza – forte, viva: reale. Così le mani del pubblico non hanno alcun impedimento per applaudire, con la gioia e l’impeto di un crescendo emotivo, le esibizioni dei grandi artisti. La scaletta ricchissima è stata narrata dai musicisti, dai cantanti e dalla verve inconfondibile del presentatore Paolo Zoppi. Con simpatia e conoscenza, Zoppi ha condotto il pubblico da «il Signor Bruschino», il «Barbiere di Siviglia» di Rossini, a «Madama Butterfly» di Puccini, fino a «I Due Foscari», «Nabucco», «Traviata» di Verdi.
E ancora «Danza Spagnola» di De Falla, «Carmen» di Bizet e «L’ultima canzone» di Tosti. L’acme emotivo è stato raggiunto, però, con l’esibizione del violinista Matteo Fedeli che ha suonato «Oblivion» di Piazzolla con il Violino Guarnieri del 1709. Un’interpretazione struggente che – con una semplicità che lascia completamente disarmati – abbraccia il senso di oblio del brano. Come fosse l’unico depositario di soffio vitale, Fedeli si muove tra le poltrone del Regio solo ma non solo. Lo riempie tutto quello spazio rimasto vuoto per troppo tempo; lo ruba ai secondi e lo restituisce al pubblico come nuovo, arricchito, fecondo. Un incontro d’anime che si sancisce con un passionale «Va Pensiero»: è subito rapimento.
Anna Pinazzi