IL RACCONTO DELLA DOMENICA

L’ospedale delle statue

Tito Pioli

Il medico dottor Franco Maria Ricci era proprietario di molte cliniche mediche a Parma e in Italia un giorno si trovava al giardino pubblico e vide la statua di Pomona cui mancavano le mani.

In un momento mise le sue al posto di quelle mani e pensò al dolore di quella mancanza magari sta urlando ma non la sentiamo pensò ad alta voce.

Forse era l’unico che passeggiando in quel parco cittadino sentiva le urla di quelle statue senza braccia e senza mani tanto che un giorno lo disse a un vigile che passava disse a quel vigile che sentiva urla lancinanti delle statue e il vigile gli chiese se stava bene se era necessario chiamare una ambulanza.

Poi vide che alle statue del giardino pubblico mancavano dita dei piedi e dita delle mani e pezzi di testa e intere braccia ma possibile che nessun medico pensasse a loro alla loro salute erano pure loro esseri viventi anche se non andavano al supermercato o a teatro.

Quel giorno tornò in clinica in centro a Parma e decine di parenti di pazienti lo assediavano e chiedevano letti in quella clinica.

Ma un letto per Pomona uno per Trittolemo e Arianna cui mancavano due dita del piede destro ma un letto non lo troviamo pensava il dottor Ricci.

Quella notte Franco Maria Ricci non riuscì a dormire per quella Pomona senza mani e la mattina dopo la fece trasportare in uno dei suoi ospedali subito i collaboratori non capivano ma Franco Maria Ricci disse liberate un letto rimettete le mani a quella statua.

Non ci danno soldi le statue disse uno dei collaboratori.

Io penso di si le statue soffrono esattamente come noi hanno il mal di testa il mal di denti il mal di stomaco il mal di schiena stanno sempre li ferme secondo voi si infervorava il dottor Ricci.

Le Statue possono anche avere i tumori le statue possono anche soffrire di depressione perché nessuno che passa le degna di uno sguardo lo capite?

Tra i medici di tutta Italia gli interventi ai convegni del dottor Ricci suscitavano un notevole dibattito.

Ospedale per le statue si o no?

Franco Maria Ricci convertì la metà dei suoi ospedali per ospitate opere d’arte arrivò all’ospedale la scultura della danzatrice in alabastro che aveva dolori lancinanti alla schiena arrivò la scultura della Madre di Adolfo Wildt che aveva un tumore al seno e nessuno lo immaginava.

Il consiglio di amministrazione della clinica si era riunito di urgenza volevano estromettere il dottor Franco Maria Ricci dalle cliniche stavano perdendo molti soldi con i nuovi ospedali per opere d’arte ci volevano uomini e donne davvero malati mica opere d’arte aveva detto un membro del consiglio di amministrazione delle cliniche.

Ma il dottor Ricci rimase saldo nelle sue convinzioni e così era necessario creare un ospedale vero per il Bacco che aveva le aritmie per Venere che doveva essere operata di calcoli.

La statua di Pomona ora aveva mani nuove quella notte Franco Maria Ricci cantò tutta la notte.

Franco Maria Ricci si era messo da solo a fare un ospedale che ospitasse solo opere d’arte malate e ogni volta che guarivano le opere sfilavano dietro ad un corteo di carrozze e cavalli e pavoni e tartarughe e le statue venivano messe in mezzo alle strade di Parma dove le macchine non potevano più muoversi solo i cavalli potevano girare a Parma.

Espulso dall’ordine dei medici Franco Maria Ricci lo si vedeva provare la pressione alla statua di Arianna Franco Maria Ricci era lì a sudare accanto al letto dove giaceva Trittolemo con una grave demenza senile e poi Vertumno che aveva avuto un ictus e Franco Maria Ricci aveva sempre una rosa rossa per i suoi pazienti malati.

Davanti al suo ospedale delle opere d’arte aveva fatto scrivere “Siamo tutti opere d’arte”.

Solo dei giovani volontari aiutavano il medico Franco Maria Ricci perché curare le opere d’arte non dava soldi serviva solo pazzia e polmoni e senso estetico per correre verso di loro quando le statue urlavano per farsi sentire tra i sordi che non sapevano che le opere d’arte vanno curate esattamente come gli esseri umani.

Le statue cantano e soffrono come noi.