L'intervista

Leo Ortolani si racconta: «Prima di Rat-Man tanta gavetta»

Per iniziare la sua lectio, Leo Ortolani, tra i più importanti fumettisti contemporanei e creatore di Rat-Man, ha scelto un docente che, di fronte a una classe, disse che «studiare serve a evadere dall’ignoranza», perché è sviluppando questa capacità che si allena la curiosità.

Intervistato (benissimo) da Veronica Frosi, Marta Boselli ed Eleonora Fontana di Direzione Futura (il «team» composto da studenti e studentesse del territorio, tra i 15 e i 23 anni), l’autore ha restituito il racconto della sua storia, dal primo impiego in un’azienda che faceva quadri, agli studi in Geologia.

«Lavoravo per questa ditta che faceva quadri e realizzavo disegni su lastre di rame con foglia d’oro: facevo anche 50 battisteri di Parma e 60 duomo di Milano pagati pochissimo, però quell’impiego mi ha insegnato la pazienza del tavolo da lavoro, perché stavi lì tutto il pomeriggio e rifacevi la stessa cosa tante volte», ha spiegato Ortolani, ricordando di aver svolto diverse mansioni prima di fare fumetti a livello professionale.

E alla domanda su che tipo di relazione ha avuto (e ha) con il «suo» Rat-Man, l’autore, che ha iniziato a esprimersi con il fumetto a 4 anni, ha raccontato le fasi e i motivi che lo hanno portato alla sua creazione. «Quel personaggio, sotto la maschera, esiste dal 1976 e a lui ho fatto fare tante parti ed è un po’ come se fosse il mio Robert De Niro: sono quasi 50 anni che ci conosciamo e ci siamo sempre trovati bene», ha specificato il fumettista.

E su Cinzia, altra figura straordinaria nata dalla sua creatività e divenuta una delle figure principali di Rat-Man, Ortolani ha detto: «È diventata uno dei personaggi più belli e tridimensionali, tanto da dedicarle un libro a parte (la graphic novel eponima, ndr). Si ride non più di Cinzia, ma con Cinzia, che è come se fosse una delle mie figlie preferite. Cinzia (il libro, ndr) parla di persone ed è una commedia d’amore dove, incidentalmente, la protagonista è una donna transessuale. Cinzia è Cinzia e non vuole etichette».

G.P.