visione d'artista
Max Presti: universo di geometrie e colori come ordine nel caos
«Ustica»: cerchi tra triangoli, quadrati e linee rette scandite con decisione. Le figure rigorosamente geometriche suggeriscono profondità e sovrapposizioni di piani e volumi che sembrano scaturire da un primordiale istinto, un bisogno di fare ordine nel caos dell'esistenza.
E' difficile dare forma e cronologia alla produzione artistica di Max Preti, marchiata a fuoco dalle vicissitudini di un'esistenza tormentata, caratterizzata da gioie e dolori strazianti, incontri casuali diventati decisivi. Primo fra tutti l'appuntamento in classe - alle scuole medie - con un insegnante di disegno come Goliardo Padova.
Preti, classe '61, parmigiano di via Isola, ragazzo fuori dagli schemi, affina le proprie abilità creative nell'attività decorativa affiancata da sempre alla pittura. «Dopo le scuole dell'obbligo mi sono buttato sull'arte di strada» racconta lui stesso, andando a ritroso con la memoria. Inizia quindi a dipingere tele di grandi dimensioni fin dagli anni ottanta (è del 1989 la prima mostra in una galleria privata in città). Ha nel frattempo avuto modo di conoscere alcuni degli artisti parmigiani di spicco come Carlo Mattioli e Orio Silvani. Decisiva la conoscenza con Remo Gaibazzi, che con il suo pensiero profondo e la sua arte finissima carica di significato, conquista il giovane aspirante pittore.
Preti passa in breve tempo dalla figura a un informale materico in cui le forme emergono dal colore come formazioni rocciose e primitive. Alterna momenti di frenesia creativa a fasi di immobilità totale, fino al 1999, anno in cui inizia un periodo particolarmente prolifico che lo porta a partecipare a mostre in tutt'Italia. Solo pochi esempi: è presente alle Fiere d'arte contemporanea da Torino a Milano, alla Biennale di Firenze, dove si appresta a tornare quest'anno, a esporre al Museo dei San Pietro in Cerro, dove una sua opera è conservata. Riceve premi e modifica lo stile che all'improvviso acquista colore e nettezza formale («I colori sono il mio mondo»). I riconoscimenti pubblici procedono di pari passo con un discreto successo sul mercato dell'arte non solo a Parma (dove i suoi collezionisti sono numerosi).
A quegli anni d'oro segue, nel 2000, l'ennesimo stop. Lunghi mesi di solitudine e immobilismo creativo. E' l'amica Sara che in questi mesi ha riacceso la fiammella nella mente di Max Preti, che ha ripreso con fervore tra le mani pennelli e oli. Quindi la partecipazione a mostre e appuntamenti pubblici. «Vorrei essere ricordato - giustifica la ripartenza l'artista -. Arrivato a questo punto della mia vita mi piacerebbe lasciare qualcosa che resti. Mi spiace solo di non aver deciso prima di fare l'artista a tempo pieno. Forse sarei riuscito a lasciare il segno».