NAPOLI
Addio a Tullia Matania, grande pittrice, disegnatrice e scultrice: aveva 100 anni - Foto
La sua casa-museo ha accolto intellettuali, artisti, giornalisti e galleristi
Innovare e sperimentare sempre: maestra e «grande madre» Tullia Matania
È la «grande madre» di tutti gli artisti di oggi, Tullia Matania. Bellissima nel suo chignon argentato, avvolta nello scialle candido realizzato con le sue mani. Sempre pronta a ricevere gli amici vecchi e nuovi con un sorriso dolce e sincero. Accogliente, vivace, tiene la porta della casa-museo, dove vive e ancora lavora, aperta a chiunque voglia incontrarla, consapevole di essere un dono in carne ed ossa per chi ha il privilegio di conoscerla.
La sala dell'abitazione al Vomero, collegata a un terrazzo panoramico affacciato sul golfo di Napoli, è un porto di mare, un approdo sicuro, un salotto di discussioni intorno all'arte e alle circonvoluzioni del mondo.
Emblema del pensiero libero, Tullia Matania è testimone illuminato di un intero secolo. Naturalmente e necessariamente votata all'anticonformismo, nella vita e nell'arte, concentrata alla costante ricerca della sostanza, mai solo della forma. Disinteressata ai guadagni materiali, interessata invece alle relazioni umane, ai sentimenti veri e al pensiero che può smuovere le montagne, meriterebbe un libro a più tomi, incentrato sulla sua figura di donna e di artista, ultima portabandiera di un'incredibile famiglia di artisti, fini disegnatori e illustratori (il padre Ugo è autore di molte copertine che hanno fatto scuola di quotidiani nazionali). Impossibile riassumere un secolo di esperienze uniche e coraggiose in poche righe.
Artista totale - pittrice, disegnatrice, scultrice, sempre un passo avanti rispetto alle tendenze emergenti - non ha mai smesso di sperimentare, ricercare, creare e insegnare. Nata a Napoli nel 1925, nella sua lunga e originalissima carriera, iniziata poco più che ventenne, non si è fermata ai colori sulla tela. Famosa per la varietà dei materiali utilizzati, ha messo le mani in ogni tipo di «pasta»: il rame e la cera, il cemento e la sabbia, la carta di giornale, il filo da ricamo e quello di ferro. Mutanti anche i soggetti, nonostante un'attenzione speciale l'abbia sempre riservata alle donne, che ha sempre «raccontato» con dolcezza e rigore.
La sua prima mostra risale al 1950. Da allora ha portato le sue opere - ma soprattutto il suo pensiero e le sue parole - in giro per l'Italia e il mondo, oltre che nella sua città che sull'arte contemporanea ha molto investito e creduto.
L'opera di questa settimana è «Foglie danzanti», figure antropomorfe che evocano l'incessante balletto dell'umanità. Un delicato inno alla vita, che scorre inarrestabile, a volte ruvida e piena di ostacoli, altre liscia e serena, ma sempre degna di essere vissuta. Sta a noi coglierne la poesia e la bellezza.
Katia Golini