ANIMALI
L'ibis sacro dall'Egitto alla Bassa Parmense - Foto
Si fa sempre più massiccia e numerosa, lungo le rive del Po, e nelle campagne della Bassa Parmense, la presenza dell’Ibis Sacro, curioso uccello dall’inconfondibile becco ricurvo. Uccello che nell’Antico Egitto veniva venerato come una divinità, perchè considerato la rappresentazione terrena del dio Thot. Inconfondibile non solo per il becco ricurvo ma anche per il colore bianco di corpo e ali, in netto contrasto con il nero del becco, con testa e collo «nudi», cioè senza penne.
In Egitto, dove era appunto considerato una divinità, è praticamente estinto, ma ampiamente diffuso invece nell Africa sub-sahariana e in Italia, specie in Emilia Romagna e Lombardia, Piemonte e Veneto. Ma specie la Pianura Padana sembra essere diventata la sua zona preferita. Secondo diversi esperti, in passato questi uccelli potrebbero essere sfuggiti da zoo o da allevatori privati e potrebbero essersi adattati facilmente all’ambiente, riproducendosi con successo e dando vita a popolazioni stabili. In Italia l'ibis Sacro è ormai nidificante naturalizzata (questo significa che si tratta di una specie introdotta in tempi recenti e presente allo stato selvatico con popolazioni in grado di autosostenersi e di diffondersi spontaneamente), migratrice e svernante. Durante il periodo della nidificazione, costruisce una piattaforma composta da rami, foderata con rametti, piume o erba, dove depone solitamente 3-4 uova bianche che saranno incubate da maschi e femmine indistintamente per 23-25 giorni, da cui nasceranno altrettanti piccoli. Nelle foto che proponiamo, alcuni esemplari fotografati da Paolo Panni nella Bassa Parmense, specie nella zona di Polesine Zibello, Soragna e Busseto.