Stadio in festa, Wembley è sempre da grandi emozioni
Giovanissimi, persino bambini, ma anche anziani, tutti con indosso la maglia degli Azzurri, o con il Tricolore sulle spalle: Wembley, il tempio del calcio dove Roberto Mancini è tornato dopo la delusione '92 con un’Italia piena di speranze, si è tinta dei colori italiani grazie alle migliaia di connazionali residenti nel Regno Unito che hanno assistito all’ottavo di finale di Euro 2020 contro l’Austria. Una presenza maggioritaria, quella italiana , tra i 22.500 spettatori (il 25% della capienza dello stadio londinese) presenti al secondo ottavo di finale di questi Europei.
Più numerosi e anche più rumorosi rispetto ai supporters austriaci, persino soverchiati dal tracimante entusiasmo italiano. «No pasta no party», uno degli striscioni ironici esposti prima dell’incontro; «Ortonovo presente», un gruppo di liguri ha voluto far sapere con un lenzuolo esposto a bordo campo. All’esecuzione degli inni, quello di Mameli riecheggia di vibranti emozioni sulle tribune, così come il coro d’incitamento «Italia, Italia», quando la nazionale di Roberto Mancini incontra le primissime difficoltà. Un sostegno continuo, generoso. Spontaneo da parte di chi, vivendo all’estero, nutre di nostalgia l’orgoglio patriottico. Sugli spalti si intravedono volti della City così come sguardi da camerieri, uno spaccato fedele della numerosa e variegata colonia italiana che abita stabilmente nel Regno Unito: nonostante le stime ufficiali indichino mezzo milione di connazionali, secondo l’Ambasciata gli expat superano le 700mila unità. Concentrati soprattutto a Londra, dove quando si è avuta la certezza dell’incontro di Chiellini e compagni, è subito scattata la caccia al prezioso biglietto.
Forse anche per compensare l’assenza forzata di tifosi provenienti dall’Italia, bloccati dalle regole di quarantena per l'ingresso sull'isola. Così che i tagliandi riservati ai tifosi italiani dalla Uefa sono andati letteralmente a ruba in pochissime ore. Nonostante le severe norme anti-Covid prevedessero, per l’ingresso a Wembley, l’esibizione di una prova del doppio vaccino effettuato già da due settimane, o l'esito negativo di un test antigenico svolto nelle 48 ore precedenti il match. Sugli spalti distanziamento interpersonale di un metro e mezzo, e divieto di assembramento.
Ciononostante il calore dei tifosi è cresciuto con il trascorrere dell’incontro. Un contrappunto sonoro, tra cori d’incitamento e applausi scroscianti, ad ogni iniziativa offensiva degli Azzurri. Facendo passare in secondo piano il mancato inchino dei giocatori, che hanno preferito soprassedere, pur riaffermando - con Giorgio Chiellini prima dell’incontro - il massimo sostegno ad ogni iniziativa anti-razzismo, con iniziative future con la Figc. «Ci inchineremo per sensbilità e solidarietà quando lo farà l’altra squadra». Magari pensando a un ritorno a Wembley