Cina chiama Parma - 58ª puntata
Il tempio Luohan, tante volte distrutto e sempre ricostruito - Fotogallery
In una città quasi interamente fatta di cemento come è Chongqing, capita raramente di imbattersi in edifici affascinanti ereditati direttamente dall’antica Cina, come il Tempio Luohan (羅漢寺).
Fu Costruito nel 1067, durante la dinastia Song, col tempo ha cambiato nome, è stato bruciato, distrutto, ha subito ogni genere di sventura, ma alla fine la fede ha sempre avuto la meglio e il tempio è stato ricostruito ogni volta. A un certo punto ha persino acquisito un’importanza tale che nel 1885 vi vennero installate ben 500 statue di Arhat, "rispettabili, degni di venerazione" che, nel Buddismo, hanno raggiunto il quarto grado della perfezione e sono ormai 'santi', che solo la morte separa dal Nirvana.
Fu Costruito nel 1067, durante la dinastia Song, col tempo ha cambiato nome, è stato bruciato, distrutto, ha subito ogni genere di sventura, ma alla fine la fede ha sempre avuto la meglio e il tempio è stato ricostruito ogni volta. A un certo punto ha persino acquisito un’importanza tale che nel 1885 vi vennero installate ben 500 statue di Arhat, "rispettabili, degni di venerazione" che, nel Buddismo, hanno raggiunto il quarto grado della perfezione e sono ormai 'santi', che solo la morte separa dal Nirvana.
Eppure la sorte ingrata del tempio non gli ha risparmiato successivi danni: durante la Rivoluzione Culturale del 1966, le Guardie Rosse irruppero nel tempio e lo devastarono, distruggendo completamente le 500 statue.
Solo nel 1986 - e (si spera) per l’ultima volta - il tempio è stato ricostruito, comprese le statue degli Arhat, e così oggi posso raccontarvi la storia di questo tempio, stanco, forse, ma ancora in piedi.
Ah già, l’ingresso costa 20 yuan e ti danno anche tre bastoncini d’incenso
Solo nel 1986 - e (si spera) per l’ultima volta - il tempio è stato ricostruito, comprese le statue degli Arhat, e così oggi posso raccontarvi la storia di questo tempio, stanco, forse, ma ancora in piedi.
Ah già, l’ingresso costa 20 yuan e ti danno anche tre bastoncini d’incenso
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Il ventiduenne Yekta Demirtas, studente del terzo anno del corso di laurea in Civiltà e lingue straniere del nostro ateneo ha vinto il bando di scambio Erasmus Overworld per la Cina. Un solo posto per tutti gli studenti del Dipartimento e dopo un processo di selezione competitivo. Yekta è un ragazzo turco che, dopo un anno di apprendimento dell’italiano, si è innamorato di Parma e l’ha scelta come casa per i suoi studi universitari. Per sei mesi ci accompagnerà nel suo viaggio alla scoperta della «galassia Cina», inviandoci, ogni volta che lo riterrà stimolante, una fotonotizia, per renderci partecipi della sua esperienza.