Black Adam

Botte da orbi e computer grafica

Gianluigi Negri

Dopo il sodalizio con Liam Neeson (che aveva prodotto 4 action godibili, qualche volta discutibili, come «Unknown-Senza identità», «Non-stop», «Run all night» e «L’uomo del treno»), Jaume Collet-Serra ha definitivamente abbandonato le (non troppe) velleità di diventare autore, accentando il suo status di mero esecutore. E ha inaugurato un nuovo sodalizio con Dwayne Johnson con il puerile «Jungle cruise». Ora si dà ai cinecomics (una cosa strana, nuova e che non fa praticamente nessuno da dieci anni a questa parte) e, più o meno, «esegue». Fa ciò che gli chiede la casa di produzione, ciò che gli chiede la sua star, ciò che gli impongono le scelte computergrafiche a scapito di quelle narrative. Esegue, appunto.


«Black Adam» si affaccia sull’universo Dc Comics presentandosi come spin-off di «Shazam!»: là, al centro, c’era il percorso di formazione di un giovane che diventa supereroe «adulto» (con una bella dose d’ironia); qui c’è la scelta del protagonista tra l’essere distruttore o salvatore della Terra, tra il farsi guidare dalla rabbia o dall’amore, tra il continuare ad essere un antieroe o diventare un supereroe, tra l’apparire (il popolo lo considera il suo campione) e il non nascondere più la propria vera identità. Botte da orbi e computer grafica, computer grafica e botte da orbi: uno schema ossessivo-compulsivo che dura due ore, interrotto qua e là da tre scene noiose per ogni scena ironica. Aspettando la sorpresa (?) sui titoli di coda, che annuncia un futuro sequel con Superman. Seguita dalla preghiera che non veda mai la luce.
Gianluigi Negri


Regia: Jaume Collet-Serra
Interpreti: Dwayne Johnson, Sarah Shahi, Pierce Brosnan
Genere: Supereroico
Usa 2022, colore, 2 h e 4’
Dove: The Space Parma Campus e Parma Centro