Area della frana, presto la riqualificazione

Beatrice Minozzi

 Inizieranno a breve, per terminare entro un anno, i lavori di riqualificazione dell’area della grande frana di Corniglio finanziati dalla Regione (insieme ad altri 8 progetti, per un investimento totale di circa 2 milioni e mezzo di euro) con il Fondo per l’indennizzo e la delocalizzazione delle imprese colpite dal dissesto del 1996. Due i progetti che riguardano l’area alle porte del capoluogo cornigliese.
 Il primo cantiere sarà curato dall’Agenzia per la sicurezza territoriale e per la protezione civile che, con un investimento di circa 600 mila euro, provvederà al ripristino e alla manutenzione del reticolo idraulico del corpo di frana e di una serie di corsi d’acqua limitrofi, opere realizzate all’epoca della grande frana e mai più manutenute. 
Saranno inoltre messi in sicurezza alcuni tratti di strada (sia provinciale che comunale) che attraversano la frana, ma l’intervento prevede anche la manutenzione di alcuni drenaggi «sub-orizzontali» e il ripristino di un nuovo sistema di monitoraggio attraverso la posa di inclinometri e piezometri lungo l’abitato di Corniglio, mentre nel corpo di frana saranno installate basi Gps fisse che trasmetteranno dati in maniera continua. I lavori, affidati alla ditta Grenti di Solignano, saranno complementari a quelli in capo al Comune di Corniglio, che curerà invece il secondo progetto che, dopo oltre 20 anni, restituirà l’area della frana alla comunità cornigliese. Con un intervento del valore di oltre 400 mila euro (sempre nell’ambito del Fondo regionale) il Comune interverrà dove, a distanza di vent’anni dall’evento principale di frana, rimangono sul terreno edifici lesionati ma ancora in piedi e cumuli di macerie a testimonianza delle tante costruzioni crollate o fatte crollare nel luogo in cui erano slittate. Il progetto, che vede collaborare con il Comune anche il Parco Nazionale, l’Università e il Servizio Affluenti del Po, prevede non solo la bonifica dell’area della frana della Lama, con conseguente ritorno alla fruibilità dei luoghi, ma anche il rilancio del territorio stesso in prospettiva di turismo, escursionismo e didattica, nonché di ripresa parziale della coltivazione.