Nuova Steel Tech: la svolta nel nome della legalità
Uscire dal pregiudizio. Sdoganarsi, affrancarsi da un passato pesante (le note vicende giudiziarie e penali dell'imprenditore Franco Gigliotti ndr) che nulla ha più a che vedere con il presente. Declina tutti i verbi possibili - con un trasporto palpabile - Massimo Elesio Giordano, amministratore giudiziario di Steel Tech, per rimarcare la svolta radicale della società, una partita a cui sta lavorando da oltre 9 mesi.
«Occorre evidenziare, una volta per tutte, il nuovo corso di questa azienda - spiega Giordano - che ha competenze, know how e un valore da preservare che possono essere messi di nuovo e proficuamente a disposizione del sistema produttivo di Parma. Con l'intervento dell'amministrazione giudiziaria dal 18 maggio 2020, Steel Tech è ritornata nell'alveo della legalità e nella regolarità amministrativa e gestionale, mantenendo quella capacità produttiva, quell'expertise riconosciuta da sempre da tutto il mercato. Oggi l'azienda è in grado di fornire, rispetto a molte altre, maggiori garanzie nel rapporto con tutti gli steakholders.
L'amministrazione giudiziaria, infatti, ha imposto il rispetto di tutte le regole. A penalizzare la società è il fatto di associarla alle vicende di Franco Gigliotti, mentre, in realtà, vi è stato un taglio netto».
«Come amministratore giudiziario - prosegue Giordano - non ho fatto altro che risistemare l'azienda, riportarla nella legalità, ristrutturarla da un punto di vista societario perché era distribuita su 5 entità giuridiche differenti. Oggi è una società per azioni e non più consortile, i dipendenti sono tutti assunti dalla Spa e, soprattutto, l'azienda e l'entità giuridica, di fatto, coincidono. Non solo. Abbiamo messo in campo un forte processo di efficientamento, cercando di mettere tutto in sicurezza. Abbiamo rimosso da posizioni apicali ogni persona vicina o legata, a vario titolo, a Franco Gigliotti, reso operativo il sistema di vigilanza, nonché sostituito l'organo di controllo, il collegio sindacale, con persone di fiducia dell'amministratore giudiziario, abbiamo ripristinato le regole e in tutto questo io sono fisicamente presente in azienda. Non c'è motivo per cui un potenziale cliente debba escludere Steel Tech a priori, ma se non si scinde il passato dal presente, diventa difficile competere sul mercato. Noi vogliamo confrontarci con le altre realtà in una fisiologica competizione di mercato, mettendo in campo un'operazione di sistema: la filiera non deve regionare a prezzi ribassati, che non rispondono a logiche che sono proprie del mercato».
Steel Tech si occupa di manutenzione e realizza impianti per l'industria alimentare; i dipendenti sono 50 e il fatturato 2020 è stato di circa 9 milioni. All'orizzonte c'è anche l'ipotesi di una vendita, ma solo a determinate condizioni. «Trovandoci all'interno di una procedura - sottolinea Giordano - e immaginandoci ragionevolmente che si arrivi a una confisca definitiva, lo Stato diventerebbe unico socio, con un obiettivo: monetizzare il valore. Solitamente il percorso passa attraverso un affitto di azienda, con opzione d'acquisto. Esternalizzare è una valutazione molto seria. La scelta del partner deve cadere sul progetto di integrazione che valorizzi al meglio l'azienda. Poi c'è l'aspetto della proposta economica, perché non intendiamo svendere. Infine, l'interlocutore deve essere estraneo a qualsiasi problema di natura giudiziaria e, non ultimo, gradito al sistema produttivo di Parma. Ora, però, vogliamo confrontarci col mercato, vogliamo tornare a ricevere richieste di preventivi. È paradossale che i clienti che non conoscono la vicenda Gigliotti, taluni di essi acquisiti dopo l'esecuzione del sequestro, ci diano la massima fiducia e siano soddisfatti del nostro lavoro. Basta, semplicemente, non avere preconcetti e valorizzare una realtà che oggi può rappresentare un modello, ora tocca sono al sistema produttivo di Parma fare la sua parte, noi siamo pronti, meglio e più di prima. È un'occasione da non perdere per dare un segnale di cambiamento vero».