Rimesse all'estero, niente crisi: 73 milioni inviati da Parma nel 2020
Crisi? No, impennata. In un mondo alle prese con la pandemia e con i pesanti contraccolpi, anche economici, del Covid, nel 2020 l’invio di denaro all’estero da parte dei privati registra un notevole incremento. Dall'Italia al resto del mondo sono stati spediti oltre 6,7 miliardi: il 12,5% più del 2019. E il Parmense segna un trend di gran lunga più robusto: +34,56% annuo. Se nel 2019 erano stati registrati flussi in uscita per 54,377 milioni di euro, nel 2020 il totale ha superato i 73 milioni. Da anni fra i Paesi che ricevono più soldi da Parma ci sono India e Senegal. Altri invece rappresentano sorprese: nel 2020 il denaro inviato in Nigeria è quasi decuplicato; cresce ancora il Nepal, mentre la Cina continua a calare. Volumi contenuti ma incrementi percentuali a tre cifre per le rotte verso Gambia, Eritrea e Bolivia.
I flussi di denaro descrivono le rimesse degli immigrati, anche se il fenomeno è articolato. I dati sono pubblicati dalla Banca d’Italia. Si riferiscono alle «transazioni transfrontaliere tra due persone fisiche effettuate tramite un istituto di pagamento o altro intermediario autorizzato (come i money transfer, ndr), senza transitare su conti di pagamento intestati all’ordinante o al beneficiario (regolamento in denaro contante)». Senza dimenticare che il denaro circola anche tramite i canali informali, stimati fra 20 e 30% di quelli ufficiali. Almeno prima del Covid.
L’aumento degli importi è legato, almeno in parte, all’emersione di soldi prima veicolati fuori dai canali controllati. Spiegano gli esperti di Bankitalia, rispondendo alle domande della Gazzetta: «Riteniamo che le restrizioni ai viaggi da e verso l’estero abbiano incentivato il ricorso agli operatori specializzati (MTO) per l’invio all’estero delle rimesse. Secondo un recente lavoro di ricerca curato da due economisti della Banca d'Italia (Fabrizio Ferriani e Giacomo Oddo, 2019) i flussi informali di rimesse erano diretti in prevalenza verso i Paesi più facilmente raggiungibili dall’Italia. In linea con tale risultato, l’incremento delle rimesse registrato nel 2020 è stato particolarmente evidente verso i paesi più vicini all’Italia». I «freddi numeri» non sviscerano i motivi di un andamento del genere ma certificano ciò che è avvenuto. Le statistiche registrano i movimenti a prescindere che si tratti di soldi risparmiati lavorando oppure in modo illecito. Cosa che certo può succedere, come emerso in passato dalle cronache.
India e Senegal da alcuni anni sono ai vertici anche se le relative comunità non sono le più popolose a Parma. L’India balza quasi del 48%, dai 5,5 milioni del 2019 a 8,15 milioni l’anno scorso: torna al primo posto superando il Senegal, che pure cresce del 27,54% a 7,7 milioni. Gli indiani però sono quinti fra le comunità residenti nel Parmense (4.618 persone censite a inizio 2020). I senegalesi sono decimi, con 1.981 residenti. In media, stando ai numeri queste persone inviano fra 147 e 323 euro al mese con i money transfer.
Stesso discorso per le Filippine: la settima comunità straniera del Parmense, con 3.040 residenti, l’anno scorso ha spedito 5,1 milioni di euro; sono 983mila euro più del 2019. Verso il Pakistan nel giro di un anno le rimesse passano da 2,75 a 3,74 milioni. E il Mali passa dai 454mila euro del 2015 a un milione e 300mila appena cinque anni dopo. Altro continente, andamento simile per il Nepal: nel 2016 ha iniziato a superare i 100mila euro e ora nel piccolo Paese himalayano ne arrivano 683mila da Parma. Molto più della Cina, 60esima con 48mila euro (-41%).
Un caso quantomeno singolare è la Nigeria. L’invio di denaro è quasi decuplicato: 3,85 milioni di euro, quando nel 2019 erano stati tracciati 399mila euro, 413mila nel 2018 e addirittura appena 146mila nel 2017. Andando a ritroso sulla rotta Parma-Nigeria è stato mandato più di un milione nel 2011 e nel 2014. Ma la cifra dell’anno della pandemia è un record a Parma. Una «sorpresa» anche per Bankitalia, che spiega alla Gazzetta: «Le rimesse verso la Nigeria sono più che raddoppiate, passando da 106 milioni di euro a 231 milioni» in Italia. «Con riferimento a tale variazione, l’aumento registrato nella provincia di Parma (il flusso 2020 è quasi dieci volte il valore dell’anno precedente) risulta chiaramente molto lontano sia dalla media nazionale sia dalla media bilaterale Italia-Nigeria». Un trend simile al Gambia: da 89mila a 460mila euro in un anno da Parma (+416,85%).
L’Europa riceve comunque una buona fetta di rimesse. In testa la Moldavia, che nel 2020 balza a 4,239 milioni (+67,68%); un po’ come l’Ucraina, che con 2,6 milioni sale del 57,56%. Cala di quasi 200mila euro la Romania: 2,738 milioni l’anno scorso (-6,52%). Oltre due milioni sono stati mandati in Albania e un altro milione di euro in Russia. Da Parma sono stati mandati anche 475mila euro in Francia e 394mila in Spagna. Altri 401mila in Georgia (+24,15%), che ad esempio riceve molto di più da Reggio: 10,5 milioni l’anno scorso.